15 domande a…
Gianfranco Morgano
intervista di Rossella Funghi
Se dico Capri qual è la prima cosa che le viene in mente?
L’unicità. Questo è un luogo unico al mondo e non solo grazie al mare e alla natura. La sua gente, l’ospitalità e la sua storia ne fanno un posto che non ha eguali.
Qual è il suo luogo del cuore su quest’isola?
Tragara. La strada che conduce al belvedere è una tra le più belle dell’isola. E poi è qui che ho trascorso gran parte della mia vita, è il luogo dove vivo e dove torno sempre con piacere.
Cosa cambierebbe di Capri?
Sostanzialmente nulla. È sempre stata e rimane un luogo al passo con i tempi.
Di cosa è particolarmente fiero?
Di essere riuscito a mantenere il Quisisana ad un livello di eccellenza. Per questo e per la sua storia oggi è considerato uno dei luoghi simbolo dell’isola.
C’è qualcosa che avrebbe voluto fare e non ha mai fatto?
Onestamente credo di no. E se ci fosse qualcosa che ora non ricordo vuol dire che non era importante.
E un luogo dove non è mai stato e dove vorrebbe andare?
Una prossima convention mi porterà in Sud Africa, uno dei posti dove non sono mai stato e che avrei voluto visitare. Ma è il Sud America che mi piacerebbe conoscere più a fondo. Ho visitato Buenos Aires, ma penso sarebbe bello poter scoprire tutte le meraviglie di questo continente: le cascate di Iguazù, Cusco e Machu Picchu.
Dove passerebbe un anno sabbatico?
Negli Stati Uniti. Conosco molto bene la East Coast e sono affascinato dalla California. E poi New York, dove vado spesso ma che non cessa mai di stupirmi. Ogni volta si scoprono nuove cose.
Il primo pensiero appena sveglio?
Quello di informarmi. Fino a qualche tempo fa sfogliando i giornali, oggi tramite l’iPad su cui tutte le mattine leggo il Corriere della Sera e il Mattino.
C’è un libro sul suo comodino?
Alterno libri di storia ai racconti di John Grisham. Poi c’è sempre un volume della serie “I Segretissimi”. Soprattutto quelli incentrati sul personaggio del SAS (Son Altesse Sérénissime ndr) Malko Linge.
C’è una persona che è stata fondamentale nella sua vita?
Sicuramente i miei genitori. Da loro ho avuto tutti gli insegnamenti sui principi fondamentali della vita. Poi Gianni Chervatin. Era il direttore dell’hotel quando sono rientrato a Capri per occuparmi del Quisisana e per me è stato come un fratello maggiore, una persona veramente importante. È lui che mi ha forgiato dal punto di vista professionale.
Il vero lusso è?
La sobrietà. Penso che oggi il vero lusso sia quello che gli inglesi chiamano understatement.
Cosa la rende felice?
Il fatto di essere in pace con me stesso. So che metto tutto il mio impegno nelle cose che faccio e nei rapporti che instauro, dando il massimo non ho mai rimorsi.
Di che cosa ha paura?
In genere non ho paure. Sono tendenzialmente sereno, un think positive direi.
La sua casa brucia, cosa salva?
I miei Lp di vinile, risalgono quasi tutti agli anni Settanta e Ottanta. Anche se oggi i brani li ascolto sull’iPhone, quei dischi fanno parte della mia vita.
Che cos’è la vita?
Un grande dono che ci ha dato Dio.
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