foto17

Anima caprese

Una tavolozza naturale fatta di azzurri, verdi, gialli e arancio. I colori dell’isola sono da sempre i protagonisti di un’avventura iniziata alla Canzone del Mare e proseguita per le strade del mondo

incontro con Laudomia Pucci di Antonia Matarrese

 

 

 

“Mia nonna Rossana, romagnola trapiantata a Roma, andava in vacanza a Capri. Un giorno entrò con mia madre Cristina nella boutique della Canzone del Mare: fu proprio lì che scoccò la scintilla fra i miei genitori. Complici un paio di pantaloni con gli elefantini rosa». Laudomia Pucci di Barsento, direttore immagine dell’omonima maison fondata dal padre Emilio e confluita undici anni fa nella galassia LVMH, racconta così la sua Capri. Un’isola che ha significato molto nel percorso creativo del marchio Pucci. Nato a Napoli da nobile famiglia fiorentina, il marchese Emilio, dopo studi negli Usa e una laurea in scienze politiche, si ritrovò quasi per caso catapultato nel mondo della moda sulle piste da sci di Zermatt: fu lui ad inventare il primo completo da sci fashion, composto da pantaloni fuseaux e parka con cappuccio, indossati da un’amica. Quel look sportivo e raffinato al tempo stesso fece il giro del mondo grazie a una foto pubblicata su Harper’s Bazaar. Dalle montagne svizzere al mar Mediterraneo, l’avventura dello stilista iniziò all’ombra dei Faraglioni: vetrine coloratissime da cui facevano capolino i primi pantaloni capresi, ispirati a quelli dei pescatori, che avrebbero conquistato icone di stile come Jackie Kennedy Onassis, le maglie a righe, le camicie maschili, dalle linee scivolate, i foulard in seta fantasia che, ancora oggi, portano il nome dell’isola. «Mio padre ha saputo catturare nelle sue creazioni il caleidoscopio di colori fornito da quella tavolozza naturale che è il paesaggio caprese: le sfumature dell’acqua, che restano le mie preferite, i verdi della vegetazione, i toni gialli e aranciati degli agrumi. Questi colori, che noi chiamiamo “setini”, restano i protagonisti assoluti delle collezioni Pucci (oggi disegnate dallo 122 stilista norvegese Peter Dundas)». Per Laudomia Pucci i tramonti capresi erano assolutamente magici. Mentre le giornate correvano frenetiche e all’insegna dello sport: «Ho sempre amato il nuoto, attività che pratico quotidianamente, e ricordo con grande nostalgia ma anche con allegria le nuotate con papà: lunghe ore corroboranti affrontando a bracciate le acque fredde, profonde e salmastre del Mediterraneo. Io, già magrissima, tornavo più sciupata del solito. Un mucchietto di ossa. Per rifocillarmi, andavo a mangiare da Gemma: pizza napoletana, pasta, pesce. Ho sempre preferito il salato al dolce ». Fino all’età di 25 anni, Laudomia Pucci è andata in vacanza a Capri: «Si conservavano le sane abitudini di paese: dalla spiaggia dei Faraglioni o della Canzone del Mare, si prendevano i gozzi e si partiva in esplorazione. Ma mi divertiva anche molto seguire papà nelle sue visite agli artigiani del posto che erano amici prima che collaboratori. Ho un’intera collezione di sandali infradito fatti da Canfora: mi piaceva tanto la suoletta da cui partiva l’estro creativo. Sembravano scarpine da fata. Le merende e gli aperitivi erano obbligatoriamente in Piazzetta, equamente divise tra il Bar Tiberio, il Gran Caffè e il Piccolo Bar: un tripudio di caffè, granite e limoncello». Nonostante il suo insolito nome significhi “lode della casa”, Laudomia Pucci è una vera giramondo, che parla cinque lingue e si divide fra l’inaugurazione di una boutique della griffe a San Paolo del Brasile, lo shopping curioso a Hong Kong, la casa di famiglia a Firenze in via de’ Pucci, che è insieme ufficio e abitazione, dove vive con il marito e i tre figli: «Da adulta, ho preferito la Capri fuori stagione, magari a Pasqua. Mia madre ha conservato un appartamento nella zona di Marina Grande, in un vecchio edificio con le mattonelle colorate che riesce ancora a trasmettere le atmosfere e i profumi di una volta. Del resto, a Capri, basta chiudere gli occhi e sogni sempre l’estate”.

Tweet about this on TwitterShare on Google+Share on LinkedInPin on Pinterest
Torna a sommario di Capri review | 31