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Insieme. Per la natura

La parola ai protagonisti delle iniziative per la tutela ambientale di Capri

di Silvia Baldassarre

 

 

 

 

Con l’arrivo dell’estate tornano alla ribalta i problemi legati alla tutela ambientale che, a Capri, si fanno sentire in maniera sempre più consistente sia per le peculiarità della flora e della fauna sia per le spiacevoli vicende che lo scorso anno hanno avuto come protagonista la Grotta Azzurra. È proprio a causa o grazie alle immagini che hanno fatto il giro del mondo, dei liquami gettati senza controllo nelle acque dell’isola, che si è tornati a riflettere con maggior attenzione sulla salvaguardia dell’ambiente caprese.

Ma se nell’opinione pubblica e mediatica il problema si fa sentire solo in prossimità della bella stagione, c’è una folta schiera di persone che si adopera tutto l’anno affinché l’isola sia protetta costantemente dall’incuria e dalla negligenza di quanti sono privi di una coscienza ambientale. Emerge però una diversità rispetto agli anni passati, che lascia ben sperare per il futuro dell’isola, «un’inusuale collaborazione tra le due amministrazioni comunali e un coinvolgimento attivo di molti operatori», ha spiegato il Censis che, dopo 25 anni, è tornato “a occuparsi del fenomeno Capri” nel rapporto sulle dinamiche del turismo che continua ad essere la principale risorsa economica dell’isola.

Un turismo che nel tempo, in linea con i cambiamenti della società, ha subito modifiche sia dal punto di vista dell’organizzazione che del consumo e questo, associato all’ingente flusso che si riversa sull’isola ha, sempre secondo il Censis, un forte impatto sul territorio. Il carico turistico rischia quindi di acquisire caratteristiche negative in alcuni casi irreversibili e, per ovviare a situazioni di questo genere – ha spiegato Sergio Gargiulo, presidente della Federalberghi isola di Capri – «si è deciso di comune accordo di sensibilizzare gli ospiti delle strutture alberghiere capresi attraverso cavalieri distribuiti in tutte le camere, tradotti in cinque lingue, che spiegano quanto il risparmio energetico del singolo possa contribuire alla protezione collettiva dell’ambiente caprese». Un altro argomento che Gargiulo porta alla ribalta, non solo come presidente degli albergatori, ma soprattutto come caprese innamorato della sua isola, è la necessità dell’istituzione del parco marino che tuteli le acque dell’isola di Capri dagli abusi e dai soprusi di quanti, solo di passaggio, usano l’isola come discarica e non contribuiscono in alcuna maniera allo sviluppo della sua economia. Anche sull’istituzione ufficiale del parco marino vi è una comune richiesta da parte delle associazioni ambientaliste e degli stessi comuni. «A seguito di incontri tra Amministrazioni e associazioni – spiega Luigi Farella, presidente della Federazione Nazionale Pro Natura di Capri e consigliere nazionale della stessa associazione – si è deciso di varare una “consulta per il mare”, cioè un organismo intercomunale con la partecipazione di associazioni e di operatori di settore finalizzato alla realizzazione dell’Area Marina Protetta».

Pro Natura, che tra le tante iniziative ha proposto progetti di recupero e valorizzazione del complesso architettonico di Villa Jovis a convegni sull’energia locale per favorire l’utilizzo di fonti alternative, ha però come intento primario la realizzazione dell’oasi blu per la quale ha presentato domanda di concessione demaniale «di più rapida e facile istituzione – spiega ancora Farella – in quanto meno vincolante per le attività commerciali e turistiche capresi ». In realtà, studi di fattibilità e bozze di progetto sono stati presentati anche dall’associazione Sub Capri. «Lo studio realizzato – secondo il vicepresidente Vasco Fronzoni – porta a ritenere che l’istituzione di un’area marina protetta, oltre che alla tutela della biodiversità, determinerà anche la valorizzazione dell’immagine turistica del territorio, così come un aumento quantitativo e qualitativo dei flussi turistici, l’espansione di attività redditizie e quindi un complessivo incremento di tutte le attività economiche isolane». Ma quella del parco marino, in realtà, non è un’idea nuova. A confermarlo è il presidente di Legambiente isola di Capri, Nabil Pulita, che da tempo si adopera sull’isola affinché si concretizzi tale iniziativa. «Capri, – afferma Pulita – rientra già dagli anni Novanta nella categoria delle zone di interesse comunitario ed è sottoposta a protezione speciale. La regolamentazione per il controllo del mare e della costa è fondamentale per la gestione della pressione antropica dei tanti visitatori che agiscono fuori da ogni norma». Questo è indispensabile, secondo il presidente di Legambiente, sia per evitare che si ripetano gli spiacevoli fatti dello scorso anno, sia perché l’isola non appartiene solo ai turisti, ma la sua salute ambientale interessa e coinvolge in prima persona i capresi stessi che oltre alla richiesta dell’istituzione dell’oasi marina, sono impegnati tutto l’anno nella gestione della raccolta differenziata e nella regolamentazione della fornitura di energia elettrica con l’intento di ridurre, tra gli altri, anche l’inquinamento elettromagnetico. Dal municipio di Capri, il consigliere comunale con delega all’Ambiente, Alessandro Esposito, fa sapere che «per l’istituzione del Parco Marino questa amministrazione ha lavorato con le associazioni ambientaliste e il ministero dell’Ambiente per raggiungere il necessario consenso politico e sociale, portando un risultato storico dopo 28 anni di tentativi in tal senso. Poi abbiamo la priorità della fornitura di energia elettrica, attualmente prodotta da una centrale a gasolio, già oggetto di commissariamento di Governo e di sequestro dell’autorità giudiziaria, che intendiamo rendere non più indispensabile con il collegamento alla rete nazionale. Infine, l’altro grande progetto è quello di collegare l’isola alla terraferma con un metanodotto per renderla indipendente dal gasolio e dalle bombole, per avere energia più pulita con la quale oggi si possono studiare vari utilizzi: pensiamo in particolare alla cogenerazione di calore e al rinnovo del parco autovetture». A sostenere l’assessore caprese nelle battaglie per la tutela ambientale dell’isola c’è l’omologo di Anacapri, Massimo Coppola, assessore al Turismo con delega all’Ambiente. «L’esigenza di creare il parco marino non è più procrastinabile – afferma Coppola – per riacquistare i diritti sul mare che circonda l’isola, che è stressato da situazioni che non sono imputabili alle amministrazioni». L’oasi protetta, per l’assessore anacaprese, oltre a rappresentare una ricchezza ambientale è necessaria soprattutto per la regolamentazione del diportismo, dell’ancoraggio selvaggio, della velocità e dello scarico delle barche.

L’iter burocratico e amministrativo sarà lungo, ma “Capri è Capri” si legge nel rapporto Censis, ed è un’isola che vale la pena difendere, soprattutto dal punto di vista ambientale. Così la pensano le due amministrazioni comunali che, facendo gruppo con le diciassette associazioni della consulta del mare, hanno risposto in maniera congiunta alla normativa del ministero dell’Ambiente sulle aree marine protette – in particolare all’articolo 36 della legge 394/91 – che aveva individuato l’area di reperimento Penisola di Punta Campanella-Isola di Capri, ma che escluse a suo tempo l’isola azzurra dall’istruttoria che portò all’istituzione dell’area marina protetta di Punta Campanella «in quanto – si legge nella nota ministeriale – nonostante il completamento degli studi i fattibilità, gli enti locali furono contrari». Oggi, invece, tutti sono d’accordo per la tutela del mito di Capri che continua a resistere, nonostante tutto.

 

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