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L’isola del gusto

 

Una bionda caprese

Come per il vino anche la birra ha scoperto il terroir. In tutto il territorio nazionale sono nati piccoli produttori artigianali che realizzano prodotti fatti con materie prime selezionate e nuovi stili. Così anche a Capri. A dar vita al marchio isolano Mirko, Paolo e Fabrizio Brunetti che nel 2006 con acqua, luppolo, malto d’orzo e soprattutto tantissima passione hanno fatto nascere l’etichetta “Birra di Capri”. «La nostra birra artigianale – spiega Fabrizio – viene prodotta in quantità limitata per essere poi imbottigliata e poter completare la sua fermentazione secondo il metodo champenois». Fondamentali gli ingredienti come per ogni bionda che si rispetti. L’acqua soprattutto, che la caratterizza molto di più di quanto si possa pensare, visto che è la base del mosto. La Birra di Capri affida poi al malto il sapore dolce e il colore, al lievito il processo fermentativo, alla fine del quale si avverte una percezione di crosta di pane e al luppolo il gusto amarostico, che contraddistingue questa birra. Il retrogusto lascia sentori di confettura e di frutta. «Per mantenere intatte tutte le caratteristiche e le proprietà organolettiche – sottolinea Fabrizio – la birra viene prodotta fresca e non filtrata. Nessun additivo chimico viene aggiunto agli ingredienti naturali utilizzati, acqua, luppolo, malto d’orzo». I nomi delle birre che nascono sull’isola azzurra non potevano che ispirarsi alle sirene avvistate da Ulisse nelle vicinanze di Capri. E così troviamo “Ligea”, una birra morbida, leggera e rinfrescante, ottenuta ad alta fermentazione con lieviti particolari che le conferiscono un gusto fruttato. E poi “Leucosia”, la sirena dalla folta chioma rossa, nel cui crù il malto si fa sentire con decisione in tutte le fasi della degustazione. Non poteva mancare la “Pilsner” in onore alla regina per eccellenza delle birre.

BIRRA DI CAPRI – www.birradicapri.com

 

 

Da Baschi a Capri

Una volta qui c’era Settanni, uno storico ristorante isolano. Ma tant’è, le cose cambiano e in quegli spazi a ridosso della Piazzetta è arrivata una delle grandi firme della ristorazione italiana, quella di Vissani. In sala c’è Luca, figlio di Gianfranco, ai fornelli Gennaro Amitrano, cresciuto alla scuola del ristorante di Baschi.

L’ALTRO VISSANI – via Longano, 3 – telefono 081.1899.0575

 

 

Riscoprendo antichi sapori

Non deve essere stato un caso se Marino Barendson, giornalista ed esperto gastronomo, vent’anni fa intitolava un suo libro Addio cicerchia e nell’introduzione scriveva: «nella cucina di Capri c’è un passato ricchissimo di tradizioni, che oggi pochi ricordano; c’è un presente diviso fra nostalgie e allineamento sulle nuove abitudini nazionali; c’è un futuro in cui pare che prevarranno, per la maggioranza dei capresi, solo i dettati dell’industria e della dietologia. In una minoranza sopravviverà l’amore per il tipico e per il tradizionale, sorretto da un miglior senso della storia, e dall’interesse sempre più vivo dei turisti e viaggiatori per questi aspetti». Va in questa direzione il percorso iniziato dal Forum dei giovani di Anacapri, in collaborazione con il Comune di Anacapri e Legambiente, per recuperare e valorizzare la gastronomia più tipica dell’isola. Ed è partendo proprio dalla cicerchia che sono state avviate iniziative per promuovere le tradizioni enogastronomiche del territorio che forse oggi sono un po’ trascurate dagli indirizzi della ristorazione isolana.

Facebook: ForumGiovani Anacapri

 

 

Golosi sott’olio

Per gli appassionati del salato l’indirizzo da non perdere è il piccolo laboratorio artigianale di Rosalba Lanzillotta. Qui si possono trovare barattoli con peperoncini ripieni alle acciughe, teneri carciofini, saporite melanzane. E poi olive e tonno. Tutto sott’olio. Varia anche la scelta delle paste fresche, dagli scialatielli alle trofie fino ai mitici ravioli capresi.

IL RAVIOLO CAPRESE – via Provinciale Marina Grande, 17 – telefono 081.837.4488

 

 

Rincorrendo le stelle

Di fronte la penisola sorrentina, sotto, a due passi, la Grotta Azzurra, tutt’intorno il mare di Capri. Sembra quasi troppo venire qui e pretendere di mangiare anche bene. Al Riccio, invece, è possibile. Anzi, è possibile mangiare più che bene tanto che la cucina mediterranea proposta dallo chef Salvatore Elefante è stata premiata con l’ambita stella Michelin. Ingredienti sceltissimi, poca elaborazione ma fedele interpretazione dei piatti marinari tipici del territorio. Per i dolci ci si accomoda nella suggestiva “Stanza delle tentazioni” e ci si serve da soli.

IL RICCIO – via Gradola – ANACAPRI – telefono 081.837.1380

 

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