04_capri33_aperture

Quella bocca di pietra

È la grotta del Castiglione la più grande delle cavità di terra dell’isola

di Enrico Desiderio

 

 

 

 

Tra il Tiberio e il Solaro, i due rilievi più celebri di Capri, si trova l’altura del Castiglione che prende il nome dalla costruzione che ne sovrasta la cima. La struttura appare oggi come un castello con le merlature tipiche dell’epoca medievale, ma la sua origine è ben più antica e nel corso dei secoli ha subito numerose e radicali modifiche architettoniche. Dapprima utilizzata da Tiberio come seconda dimora imperiale fu poi al centro di varie vicende storiche passando da Carlo d’Angiò alla dominazione della Repubblica marinara di Amalfi fino ai Borboni. Fu proprio grazie al diplomatico austriaco della corte di Ferdinando IV – uomo appassionato di archeologia – che fu riscoperta la grotta sottostante.

Arrivando dal mare, da Sud, nel mezzo dell’imponente roccia che domina Marina Piccola è ben visibile una profonda apertura, come uno sbadiglio secondo alcuni o un chiaro segno divino secondo altri. È la grotta del Castiglione, il più grande degli antri di terra dell’isola con i suoi 60 metri di lunghezza, una profondità di 50 e un’altezza di 100.

Da via Roma, proprio accanto all’hotel Capri, inizia la carrozzabile dalla quale, dopo qualche curva, si dirama una strada che percorsa per un breve tratto incrocia un nuovo sentiero che si inerpica verso il monte e si immette in un giardino privato; se si potesse oltrepassare il cartello che vieta il passaggio si scoprirebbe l’esistenza di un viottolo scosceso che costeggia la parete rocciosa e porta fino all’apertura della grotta.

Entrarvi dà come l’idea di inoltrarsi all’interno della terra e nella sua storia geologica. Il pavimento, inizialmente ripido e via via più pianeggiante, è composto da grandi blocchi rocciosi alternati a sabbia e terriccio. La pietra in cui la grotta è scavata è costituita da strati compressi ma friabili, motivo per cui sono spesso presenti tracce di frane sedimentate. In questo paradiso in cui la natura ha mostrato tutta la sua sorprendente capacità di plasmare la materia non mancano tracce visibili della presenza umana. L’eccezionalità di questa grotta, infatti, è il forte interesse architettonico, ambientale e archeologico che suscita e lo dimostrano i ritrovamenti che ben si inseriscono nella struttura geologica.

La grotta del Castiglione fu di certo un comodo e spazioso riparo già in epoca neolitica. Vi sono poi resti di opere murarie di chiara epoca romana, alcune di roccia lavica e altre di tufo. Dello stesso periodo l’antica cisterna e i resti dei tipici opus romani che fanno pensare che in quel periodo la grotta fosse adibita a ninfeo della villa sovrastante.

Ma sono tanti i mutamenti strutturali che nel corso del tempo si sono susseguiti. Sono evidenti gli innesti di epoca saracena che convalidano la teoria che quella parte di Capri fosse un’ottima roccaforte naturale per la difesa; la grotta fu rifugio per gli abitanti dell’isola anche durante le incursioni dei pirati in epoca medievale. Inoltre, numerose tracce fanno pensare ad un frequente utilizzo come abitazione oltre che luogo fortificato durante gli insediamenti che nel corso della storia si sono succeduti.

Negli anni Venti Giorgio Cerio – fratello del più celebre Edwin – divenuto il proprietario, fece abbattere le strutture medievali per ripristinare l’antica cisterna romana. Sulla falda della grotta poi fece costruire una scalinata di cemento formata da 390 gradini, divisi in 9 rampe, per giungere al piano della caverna e successivamente un sentiero che collegava la grotta con la parte superiore fino alla via Krupp. Oggi di quei gradini non rimane che una traccia scolpita nella roccia, la degradazione esterna e il continuo disfacimento delle rocce per l’azione erosiva delle acque hanno reso quasi del tutto impraticabile l’accesso alla grotta.

Questa incredibile isola non finisce mai di stupire. La natura con la complicità delle grandi vicende storiche e della sua complessa storia geologica la rendono sempre unica e misteriosa.

 

Un mare di grotte

Azzurra, bianca, meravigliosa. E le altre, tante. Tutte con il loro nomignolo e la loro storia. Sono le oltre settanta grotte, marine e di terra, che aprono le loro cavità lungo il perimetro costiero di Capri. Per iniziare a conoscerle c’è il libro Le grotte di Capri. Guida ad una meraviglia della natura (La Conchiglia, euro 25) dove Ernesto Mazzetti, giornalista e vicepresidente della Società geografica italiana, accompagna il lettore di grotta in grotta, fornendo dettagli utili per identificarle, soffermandosi sui segni delle evoluzioni geologiche o su quelli del passaggio dell’uomo, non tralasciando riferimenti al mito, all’archeologia, alla toponomastica. Ma non fermatevi a queste belle pagine. Aspettate una giornata di mare calmo, salite su una barca e partite alla loro scoperta.

 

Tweet about this on TwitterShare on Google+Share on LinkedInPin on Pinterest
Torna a sommario di Capri review | 33