foto01Roberto Bolle

Stella internazionale della danza e goodwill ambassador dell’Unicef. Piemontese di origine e cittadino del mondo. Viaggia in continuazione, cambia città e abiti di scena ma nella sua agenda non manca mai una puntata a Capri

intervista di Alessadra Felini

 

 

 

 

Roberto Bolle è, tra le espressioni del made in Italy, una delle più spettacolari, conosciute ed emozionanti. Scoperto da Nureyev, ballerino étoile alla Scala e “principal dancer” all’American Ballet Theater, acclamato nei teatri del mondo intero, ambasciatore di buona volontà dell’Unicef, uomo simpaticissimo e artista infaticabile, Roberto ha costruito negli anni una fama da rockstar.
Glamour e impegno, eleganza innata e successo conquistato grazie a un’applicazione costante, sacrifici, studio. I giovani vedono in Bolle un esempio di impegno, passione per il bello, coerenza, profonda onestà intellettuale. Non è poco, in un’epoca infestata di falsi miti, successo facile, grandi fratelli e raccomandazioni di tutti i tipi. Il ballerino, piemontese di origine e cittadino del mondo, con il suo splendido viso “cinematografico” e il corpo scultoreo ammirato sulla scena e immortalato dai massimi fotografi della terra, ricorda a tutti che per arrivare si deve sudare, sacrificarsi, migliorare giorno dopo giorno…
Bolle ha ballato davanti a Papa Giovanni Paolo II, per la Regina Elisabetta, nello scenario incantato delle piramidi, nei teatri più prestigiosi del mondo. Ma i molteplici impegni internazionali non gli impediscono di gustare i piaceri della vita. Nel calendario di Roberto non manca mai una puntata a Capri, dove ha passato piacevoli vacanze e più volte partecipato al festival “Capri, Hollywood”.

Roberto, ricorda quando ha visto Capri per la prima volta?


«Credo fosse il 1998, forse il ’99. Con l’isola, allora fu un incontro fugace, una gita di una sola giornata. Ero a Napoli per ballare al San Carlo e non ho resistito alla tentazione. Ho preso l’aliscafo e sono sbarcato. Sono rimasto folgorato da Capri e ho fatto in modo di tornarci ogni volta che fosse possibile… ».

Qual è secondo lei il fascino dell’isola?


«C’è un panorama unico al mondo, innanzitutto. E poi scorci mozzafiato, sapori speciali, profumi che senti solo qui. In più, in tutta l’isola, c’è un’atmosfera rilassata e piacevole che ti invoglia a tornare. E un’energia che cattura il visitatore e alla quale è impossibile sottrarsi».

Lei ha ballato anche alla Certosa, il 17 luglio 2008. Che ricordo ha di quella serata?


«La Certosa ha fatto da scenario al galà “Roberto Bolle and Friends”, che da oltre dieci anni riunisce intorno a me i grandi ballerini di tutto il mondo. È stato un momento magico, reso possibile dai signori Bottiglieri Rizzo, due grandi mecenati dei nostri giorni che hanno voluto regalare all’isola una serata di vera arte e cultura. Un’esperienza indimenticabile».

Di recente lei è stato anche a Hollywood, in occasione degli Oscar. Che effetto le ha fatto il mondo del cinema?


«Mi sono molto divertito. Ho partecipato alle feste più glamour, ho incontrato star e celebrities, ho visto da vicino un mondo affascinante. Ma alla fine, dopo la consegna delle statuette, sono stato felice di tornare al mio ambiente che è fatto di sacrificio, impegno, arte. Il cinema fa sognare, ma niente può eguagliare lo scambio di emozioni che puoi avere con il pubblico all’interno di un teatro».

Lei sarebbe perfetto per il cinema. Mai fatto un pensierino?


«Diciamo subito che sono felicissimo di quello che faccio, il mio lavoro continua a darmi soddisfazioni di ogni genere. Ma nel futuro, chissà, potrei avere voglia di provare un’esperienza nuova, magari su un set cinematografico. Del resto, anche stelle di prima grandezza come Nureyev e Barishnikov hanno girato film memorabili. L’importante è scegliere progetti di qualità, storie importanti capaci di avvicinare il grande pubblico al mondo della danza».

Un regista che ammira?

«Mi piace molto il Baz Luhrman di Moulin Rouge…».
Ha fatto discutere ed è arrivato all’Oscar un film ambientato nel mondo della danza:

“Il cigno nero”. A lei è piaciuto?


«A parte la magnifica Natalie Portman, che ha vinto un meritatissimo Oscar, trovo che il film di Darren Aronofsky fornisce un quadro distorto del mondo della danza. La presenza di ballerini emotivamente fragili come la protagonista è impensabile. È vero che nel nostro mondo esistono competizione, stress, ansia. Ma chi desse segni di squilibrio mentale verrebbe immediatamente ricoverato!».


È vero che il regista aveva offerto un ruolo anche a lei?


«È vero, ma ho rinunciato perché avevo altri impegni in teatro. E non mi sarei mai sognato di cancellarli. Al mio posto è stato preso il coreografo francese Benjamin Millepied, che sul set si è innamorato della Portman. Ora vivono insieme e hanno un bambino. Li ho conosciuti a Los Angeles e mi hanno abbracciato. In fondo, se la loro storia d’amore è cominciata, un po’ è anche merito mio…».

Secondo lei, i ragazzi italiani sognano solo il successo facile in tv oppure sono disposti a sacrificarsi per arrivare?

«Credo che la maggior parte dei giovani siano consapevoli che i risultati si conquistano impegnandosi, studiando, facendo sacrifici. Malgrado certi modelli televisivi e il successo facile di chi non ha talento. Credo che la mia popolarità derivi anche dal fatto che rappresento un esempio positivo ».


Lei, dal 1999 ambasciatore di buona volontà per l’Unicef, viaggia spesso. Dov’è stato ultimamente?


«Dopo il Sudan, ho voluto visitare la Repubblica Centroafricana, il terzo Paese più povero del mondo. Versa nella più totale devastazione. È giusto accendere i riflettori su questa realtà dimenticata. I viaggi in Africa hanno lasciato dentro di me un segno profondo e il desiderio di continuare ad impegnarmi».

Come si vede tra una decina d’anni?


«Potrei fare il maitre de ballet e insegnare ai giovani. È un’esperienza esaltante trasmettere agli altri il proprio talento… Ma mi piacerebbe anche portare la cultura italiana nel mondo e far conoscere le meraviglie del balletto. Vorrei essere una specie di ambasciatore del bello».

La sua agenda è fittissima: ha recentemente ballato alla Scala, a Tokyo, al Metropolitan di New York e nei primi mesi del 2012 l’attendono altre rappresentazioni nel teatro milanese. In una vita così piena, a cosa non può rinunciare?


«A una bella vacanza al mare!».

 

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