sentieri

Un mare di sentieri

 

Glamour, modaiola, specchio del lusso. Ma anche colorata, profumata, a tratti selvaggia. Capri è un’isola in grado di offrire al visitatore una doppia anima, quella più nota delle boutique e dello sfarzo e quella più intima e segreta, nascosta tra i sentieri del suo inestimabile patrimonio naturalistico.

A pochi minuti dal centro, infatti, si diramano stradine meno battute che costeggiano il mare o che si inerpicano verso il cielo così che la vista, immersa nell’azzurro dell’uno o dell’altro, si perde nel tempo e nello spazio, seguita da tutti gli altri sensi.

«La valenza naturalistica di Capri è indubbia – spiega Nabil Pulita, segretario di Legambiente Capri – perché sull’isola ci sono specie rare di flora e fauna. Ma quello che è ancor più interessante è senza dubbio il paesaggio, nel quale si innesta il rapporto tra uomo e territorio».

Salendo verso il Monte Solaro, ad esempio, si può godere di un panorama senza eguali che domina l’isola e tutto il Golfo di Napoli. È seguendo questo sentiero che si incontra uno dei luoghi più magici dell’isola, l’eremo di Cetrella. «Oltre alla bellezza della natura, spiega ancora Nabil, camminare per i sentieri dell’isola permette di ammirare le tante opere compiute dall’uomo, siano esse attività rurali come i terrazzamenti e le coltivazioni oppure le opere architettoniche di tutte le epoche».

Sono tanti, infatti, i percorsi che l’isola offre, più impervi o più facili, verso il cielo o verso il mare, o a metà strada tra l’uno e l’altro.

Per i più avvezzi alle camminate c’è il sentiero dei fortini che si snoda sulla parte di costa che va dalla Grotta Azzurra al faro di Punta Carena. E ancora il percorso che dalla Migliera arriva al Solaro, o quello che parte dalla Torre della Guardia per giungere al Faro, oppure i sentieri che partono alla ricerca dei resti delle ville di Tiberio, sparsi in diversi punti dell’isola.

Elencarli tutti sarebbe impossibile, percorrerli invece è molto più semplice, soprattutto se ci si affida all’esperienza delle due associazioni culturali – Nesea e Kaire – che accompagnano turisti e visitatori in percorsi e sentieri che, sia da Capri che da Anacapri, vanno e vengono intrecciandosi con il mito e con la storia, ma soprattutto con le bellezze paesaggistiche e naturalistiche dell’isola.

 

 

Le vie del cambiamento

Prima che le occupazioni militari sconvolgessero la fisionomia dell’isola, Capri si presentava ai visitatori completamente diversa da quella che appare oggi. Il cambiamento è avvenuto principalmente intorno alla rete viaria della quale l’architetto Mimmo Oliviero nel libro La via di mezzo (La Conchiglia Edizioni, euro 25) ricostruisce un percorso storico e della memoria. Una ricerca che l’autore ha condotto analizzando le poche carte a disposizione e soprattutto il considerevole patrimonio iconografico e pittorico di cui il volume è anche in parte corredato. Il territorio, con i suoi mutamenti e con la sua fisionomia, è il protagonista del libro. A questa storia fa eco l’evoluzione della toponomastica e con essa il continuo adeguarsi del territorio alle nuove esigenze economiche e sociali. Spiega l’editore nella presentazione che l’intento dell’opera è quello di scrollarsi di dosso la visione nostalgica dell’età dell’oro dell’isola e «palesa l’intenzione, manifesta anche se non dichiarata, di utilizzare il “passato” per dialogare con il presente».

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