Come miele

nelle tenebre

 

Straordinaria scrittrice, grande viaggiatrice, innamorata dell’Italia ed esploratrice di luoghi selvaggi e solitari.

Marguerite Yourcenar, prima e unica donna eletta alla Accademie française, è riuscita nelle sue opere a scavare a fondo l’universo femminile, cogliendone anche i lati più nascosti. A lei è dedicato il Panorama Letterario organizzatto dall’associazione culturale Ápeiron che andrà in scena nella splendida cornice di Villa Lysis.

Ad interpretarla la voce di Sabrina Augusto che sarà accompagnata dalla danzatrice Sara Lupoli.

 

Amore: questo miele delle tenebre

Villa Lysis

Lunedì 25 luglio ore 19:00

Organizzato da Ápeiron Associazione Culturale

ingresso gratuito

 

margheritaAbbiamo raccontato di Marguerite Yourcenar sulle nostre pagine. Riproponiamo qui l’articolo di Giuseppe Mazzella pubblicato sul n° 15 del 2001 della rivista

 

«È uno choc quello che si subisce trovandosi per la prima volta faccia a faccia con il terribile amore». La folgorazione, improvvisa e inaspettata, che di lì a poco sarebbe stata immortalata nell’opera Il colpo di grazia, aveva colpito al cuore Marguerite Yourcenar. Era il 1937. La giovane scrittrice era arrivata a Capri attratta da una forza irresistibile. Presentiva che dopo aver abitato innumerevoli case in tutta Europa, dall’Inghilterra alla Grecia, avrebbe finalmente trovato nell’isola tirrenica il rifugio ideale. Nonostante fosse immersa sin dall’adolescenza nel suo sogno di gloria, ancora non aveva trovato la sua strada. Aveva scritto molto e pubblicato alcuni racconti come “Alexis”, “La moneta del sogno” e “Novelle orientali”, ma molti altri libri restavano incompiuti, materie da riprendere magari anni dopo, come “Anna Soro”. Era in quella stagione della vita in cui ci si sente pronti al grande volo. Un momento magico che per Marguerite coincise con l’esplosione del grande amore.

La vita sentimentale della Yourcenar fino ad allora era stata costellata di flirt sfortunati. Ora all’età di trentaquattro anni, inaspettata, era arrivata la felicità. Una passione travolgente e tormentata che la legherà per quasi cinquant’anni all’americana Grace Fricks. Un amore irregolare e trasgressivo che finì per acuire il suo carattere già chiuso, spingendola ad una morbosa gelosia della sua vita privata. È forse per sfuggire ai pettegolezzi che la coppia, in vacanza tra i paesi della costiera sorrentina, decise nei primi mesi del 1937 di cercare una casa a Capri. Marguerite e Grace vi si recarono, ma non trovarono subito il loro nido.

L’isola allora era l’oasi dorata dei ricchi magnati d’Europa che vi svernavano e meta preferita dei giovani rampolli della nobiltà italiana e dei più importanti gerarchi fascisti. La vita mondana vi scorreva leggera tra una festa e una kermesse culturale. Capri offriva alla scrittrice un concentrato di varia umanità. Lei che aveva girato l’Europa in lungo e in largo e visitato gran parte dei Paesi del  Mediterraneo, poteva qui comodamente avere a disposizione tutto il campionario umano cui attingere per le sue opere. La Yourcenar, infatti, non solo trovò materia e spunti per un romanzo che avrebbe scritto anni dopo come “L’opera in nero”, ma si impregnò della solarità classica di cui l’isola è ricca: dai ruderi imponenti delle ville di Tiberio alle torri medievali d’avvistamento, dalla Scala Fenicia alle Piscine a mare, tutto le parlava la dolce lingua degli antichi. Ripensando alla permanenza caprese molti anni dopo scriverà il capolavoro Memorie di Adriano. Ma non solo. Capri, dalla natura esuberante e sensuale, le offriva lo splendore dei fiori e lo stordimento dei profumi naturali che andava aspirando a pieni polmoni, fino a sentirsene stordita. Era come tornare alla radiosa infanzia, all’epoca in cui era stata felice nel castello di famiglia, a Mont-Noir.

Marguerite Yourcenar, pseudonimo del cognome Crayencour, era nata a Bruxelles nel 1903. Orfana di madre, aveva viaggiato per tutta Europa assieme al padre, di origine francese, che si era occupato con impegno della sua educazione letteraria, trasferendole l’amore per i classici. Era giunta a Capri dopo decenni di viaggi e di studi appassionati. E sarà Capri, per una felice coincidenza, a suggellare la nascita artistica della grande scrittrice di lingua francese. È qui che scriverà “Il colpo di grazia”, il suo primo grande libro, in cui è esaltata la nobiltà d’animo che supera ogni divisione ideologica e persino ogni passione carnale. Un’opera, è stato scritto, che «durerà quanto la lingua francese».

Certo non deve essere stato facile per la scrittrice vivere il suo amore proibito in quello che, nonostante la grande tradizione turistica, restava pur sempre un piccolo ambiente provinciale. A nulla valeva spostarsi da Amalfi a Sorrento: i pettegolezzi non mancavano mai. Allora la coppia decise di tornare a Capri nei primi mesi del 1938 e di affittare una piccola casa appartata, fuori mano.

In via Matermania, ancora oggi vi è quella piccola abitazione, raccolta e poco appariscente che, secondo la tradizione isolana, è chiamata “casarella”, vezzeggiativo che indica una casa piccola e senza pretese. La dimora, da poco riscoperta da uno studioso italiano, porta a lato dell’ingresso una ceramica raffigurante un piccolo elefante, animale dalla memoria prodigiosa. Non sappiamo se fu la Yourcenar a volerla a guardia della sua casetta, ma ben si addice a una scrittrice che fece della “memoria” il centro della sua ricerca letteraria. Allo stesso studioso si deve anche un’altra scoperta, quella di una bolletta del 1938 per la fornitura di energia elettrica pagata alla società isolana Sippic dalla signora Yourcenar.

La coppia si stabilì nella Casarella, arredandola con pochi mobili e dando grande importanza alla cucina. Grace era attratta da Marguerite, dallo sguardo luminoso dei suoi occhi azzurri, da quell’aria un po’ imbronciata e dai suoi vezzi. Furono mesi indimenticabili. L’ardore dei primi fuochi si consolidò presto in un rapporto che sarebbe durato tutta la vita. Marguerite aveva trentasette anni. Grace qualche anno in meno.

La scrittrice era felice. Dopo aver sperimentato un triste destino di amori infelicissimi – finiva sempre per innamorarsi dell’uomo sbagliato – Grace si dimostrò il sole della sua vita.

Le abitudini delle due amanti erano spartane. Marguerite non si pettinava molto, non si truccava. La sua unica civetteria era vestire di nero e a volte amava portare uno scialle sulle spalle o avvolto sulla testa alla maniera del chador: nulla era infatti più lontano dalla sua sensibilità alla moda e all’eleganza. Grace amava assecondarla in tutto. La mattina scendevano in paese a far compere. Sceglievano la frutta e i generi alimentari di cui avevano bisogno con scrupolosa attenzione. Grace aveva adottato i suoi gusti. Per Marguerite i pasti avevano una grande importanza e vi dedicava grande cura. All’epoca la scrittrice era già vegetariana. Unica trasgressione nella dieta così rigida, i dolci, di cui era golosissima. «Il piacere è un elemento essenziale della vita, ma deve avere un senso e differenziarsi nel ricordo», scriverà qualche anno dopo.

La vacanza caprese si interruppe dopo l’estate. Ai primi temporali l’isola sembrò intorbidirsi; interminabili giornate di scirocco gettarono Capri in una luce grigia e opaca. La casa, già piccola, sembrò più angusta e mostrò macchie di umidità alle pareti. Marguerite non sopportava quel clima e decise di trasferirsi con Grace a Sorrento. nella valigia, oltre a numerosi abbozzi di racconti, il testo pressoché completo del romanzo “Il colpo di grazia”.

Di lì a pochi mesi Marguerite e Grace decisero di lasciare l’Italia e raggiungere gli Stati Uniti. Era la “grande cesura” con la quale la scrittrice si lasciava alle spalle l’Europa per diventare cittadina americana. Da New York, dove si erano sistemate momentaneamente, si trasferirono nel 1942 a Mount Desert, un’isoletta della costa atlantica, verso il confine del Maine con il Canada. “La petite plaisance”, così si chiama ancor oggi il cottage, lasciato in eredità all’Università di Harvard, divenne la residenza definitiva della scrittrice e della sua compagna. In quella casa vissero fino alla fine, lontane dagli sguardi indiscreti e gelosi della loro intimità. Solo d’inverno Marguerite si allontanava dai freddi della sua isola, per viaggiare in Paesi esotici o per ricevere prestigiosi riconoscimenti come quello del 1981, quando, prima donna della storia, fu ammessa tra gli “immortali” dell’Accademia di Francia. La loro fu una lunga felicità che, come scrisse nelle Memorie di Adriano, «è un capolavoro: il minimo errore la falsa, la minima esitazione la incrina, la minima grossolanità la deturpa, la minima insulsaggine la degrada». È tutto quanto la sua gelosa riservatezza ha lasciato trasparire, anche quando Grace si ammalò gravemente e Marguerite la curò in silenzio per anni. Una lezione di stile, di rigore e di sensibilità su cui potremo sapere qualcosa di più solo dopo l’apertura del carteggio con Grace Frinks da lei lasciato all’Università di Harvard, assieme a tutti i suoi appunti, e vincolato per cinquant’anni dalla sua morte avvenuta nel 1987.

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