8 isole negli occhi
Proviamo a scoprire le tante isole che convivono a Capri e quelle dove ci piacerebbe dolcemente naufragare
di Renato Esposito
Capri ombelico del mondo, Capricentrismo, Capri Sehnsucht, Capri microcosmo del macrocosmo, Capri Zauberinsel (isola magica), Capri Toteninsel (isola dei morti). Il nome Capri ha sempre ispirato nei secoli arditi e fantasiosi intrecci linguistici. Partendo dalla Capri Apragopoli (città del dolce far niente) della Magna Grecia potremmo dilettarci in un interminabile elenco Capriologico. Nel 1983 Monika Mann dichiarò «del resto l’isola si compone di tante isole: all’isolano piace isolarsi consapevole di essere congiunto con il cielo e il mare». Sarà ancora vero? Trent’anni dopo proviamo a scoprire, nel bene e nel male, le tante isole che convivono a Capri.
1. Capri Slow, elogio della lentezza
Capri ha progressivamente cambiato i suoi ritmi. Il suo orologio turistico. Ci si sveglia alle 11, per andare al mare alle 14, cena alle 22, per tirare a campare fino all’alba. Tutto inevitabilmente di fretta con l’aumento dello stress. Proviamo a recuperare il nostro ritmo interiore. Regoliamo il nostro respiro al soffio vitale dell’isola. Risintonizziamo il ritmo del cuore e della mente al ritmo di Capri. Capri è come un vino d’annata: si deve centellinare lentamente. Recuperiamo la gioia di passeggiare lentamente (il Wanderlust!) per le stradine periferiche dell’isola all’aurora o nelle ore della contr’ora. A poco a poco il nostro stress presenzialista diminuirà e vivremo la gioia del Capri-diem.
2. Capri, isola del raggio verde
Il raggio verde si effonde in estate dopo il tramonto, per pochi secondi, nel cielo di Capri quando il sole sprofonda dietro l’orizzonte. Non è un’illusione ottica. Solo pochi riescono a vederlo. Sono coloro che vogliono cambiare la propria vita. Ricominciare da Capri un nuovo percorso esistenziale. Dai belvedere di Villa Fersen e del Faro è più facile catturare questo raggio dell’anima.
3. Capri fisiognomica
È la perfetta simbiosi tra il padrone e il proprio animale. Sia nei lineamenti che nelle gestualità tendiamo a somigliare ai nostri cani, gatti, pappagalli, corvi, o come la marchesa Casati Stampa al suo ghepardo e all’amato pitone. Malaparte in gioventù si identificò con il suo levriero Febo, nella maturità con il bassotto Pucci. A Capri riscopriamo l’animale che vive in noi. La Piazzetta d’estate è un caravanserraglio, un bestiario gioioso di fisiognomiche coppie. Tuttavia sull’isola l’evoluzione ha le sue variabili impazzite. A Capri da trent’anni si è rapidamente diffuso l’uomo-carrello. Quest’essere post-mitologico non scende mai dal proprio carrello, dall’alba al tramonto corre borioso per le stradine dell’isola. La sua classificazione scientifica è “caromo velox caprensis”.
4. Capri verosimile
È una sofisticata e subdola degenerazione del pallonismo caprese. È una particolare sindrome di cui soffre l’homo caprensis. Raccontando sempre le stesse storie agli ignari turisti e ai compiacenti giornalisti aggiunge sempre un fantasioso particolare. Alla fine la storia è totalmente cambiata ma lui non lo sa, non se ne accorge. È convinto di dire la verità. In fondo (come c’insegna la storia di Tiberio a Capri) il verosimile è più affascinante della verità. È la variante della teoria della falsificabilità di Popper in salsa caprese; sull’isola il confine tra il vero e il verosimile si traccia con il mito di Capri.
5. Capri esoterica
È la Capri dei segreti che si tramandano di padre in figlio. Compton MacKenzie, Norman Douglas e Roger Peyrefitte, ironizzano nei loro romanzi capresi con queste presenze inquiete, spiriti invadenti che non vogliono lasciare le loro amate dimore. Il nome delle ville? È un segreto.
6. Capri Cafonal
Che bei tempi quelli di Nino D’Angelo di Un jeans e una maglietta quando Capri era invasa a Pasquetta. Vi era qualcosa d’eroico in quella pacifica invasione di gitanti napoletani. Adesso a Capri prolifera il Cafonal-Trashchic, chiassoso e presenzialista, barbaro, invadente e intollerante, elegantemente razzista. Non è raro vedere sudaticci signori ben vestiti che in Piazzetta o in via Camerelle urlano nei loro cellulari con auricolari frasi oscene contro ex amanti o figli in vacanza all’estero, tremano nel loro iPhone delirium. Com’era più romantico il folle di Capri. Il mio amico, Antonio i’ Chiancarella, che girava per Capri raccogliendo legna. Il suo letto era simile ad una barca perché era convinto che su Capri, un giorno o l’altro, si sarebbe abbattuto il diluvio universale e solo lui si sarebbe salvato.
7. Capri Brand
Agli inizi del secolo scorso nelle botteghe di Capri vendevano l’ampolla con l’acqua della Grotta Azzurra e la Capri-Luft (l’aria di Capri). Adesso basta mettere il nome Capri ad un prodotto e le vendite crescono. Nella logica del marketing è sinonimo di successo. Così Capri si è brandizzata. Negli ultimi anni comunque due sono le regine del Capri Brand: Jacqueline Kennedy e Brigitte Bardot. Tutta la moda s’ispira allo stile di queste due muse della Dolce-vita-Capri-style.
8. Capri dell’eterno ritorno
Chi di noi non vorrebbe ritornare a Capri post mortem? Trasformarsi in un gatto randagio delle Boffe, in una lucertola dei Fortini d’Anacapri o in un falco pellegrino della punta di Terita. Il mio amico Franco Occhiuzzi, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, voleva trasformarsi in un gabbiano. C’è riuscito. Lo so. Una sera d’agosto mi è venuto a salutare.
Questo articolo vuole essere un puro divertissement, una piacevole provocazione. Ultimamente si scrive su Capri con troppa retorica mummificatrice. L’idea di scriverlo è nata durante un volo in aereo ascoltando la canzone di Tiziano Ferro Hai delle isole negli occhi. Mi auguro che ognuno di noi possa “almeno un’ora” placare il suo “dolore più profondo” intravedendo negli occhi della persona amata l’isola dove dolcemente naufragare.
Un dolce naufragio
Le mete sono sicure: calette, spiagge e rocce, sentieri e belvederi, vicoli, giardini e piazzette. Ma i confini di un luogo amato li definisce più il cuore che la geografia e quando ci allontaniamo la mente corre a cercare segni che raccontano un legame. Frammenti, confini, territori, pixel. Isole. Fateci sapere qual è la vostra “isola caprese” del cuore, quella dove vorreste dolcemente naufragare. Raccontatela o fotografatela, e poi postatela sul gruppo Facebook “Capri isola magica” oppure inviatela per mail all’indirizzo redazione@prcsrl.com e penseremo noi a condividerla.
Torna a sommario di Capri review | 33