consoleIl console svedese

Colto, brillante, carismatico. È Staffan de Mistura, una vita in diplomazia e oggi alla guida di Villa San Michele. Un lembo di Svezia in terra caprese

di Anna Chiara Della Corte

 

 

 

Bastano pochi minuti in compagnia di Staffan de Mistura per capire chi si ha di fronte. Un signore di gran classe, con un’eleganza ricercata. Colto, brillante, carismatico e pieno di idee per l’ennesimo incarico diplomatico ricevuto dopo i tanti ricoperti per conto delle Nazioni Unite e altri organismi internazionali.

Lo scorso aprile, dopo circa quarant’anni in giro per il mondo a «complicare la vita a chi usa i civili per far guerra», de Mistura è stato nominato console di Villa San Michele, un fazzoletto di terra svedese sull’isola di Capri.

Per de Mistura Capri è un luogo del cuore e dell’infanzia. I primi ricordi che lo legano all’isola risalgono all’inizio degli anni Cinquanta. Sono anni felici, fatti di passeggiate in compagnia del cane Gioia e di lunghe ore trascorse in compagnia degli «amici per la vita» con cui ha condiviso le bellezze che questo luogo racchiude, quelle vere. Una Capri “fuori orario” la sua, i Faraglioni al mattino presto, Cetrella al tramonto… «Capri resta il posto più bello del mondo», dice con trasporto.

Ma andiamo con ordine. Nato a Stoccolma nel 1947 da madre svedese e padre dalmata, arriva a Capri che è ancora un bambino. Nel 1951, infatti, i suoi genitori decidono di concedersi un anno sabbatico e si trasferiscono sull’isola, fu l’inizio di un idillio e da allora Staffan de Mistura non smetterà più di frequentarla. «Mia madre, che l’aveva scelta come dimora e vi trascorse gli ultimi venti anni di vita, è ricordata per la sua inconfondibile eleganza. Mio padre, invece, resterà sempre “il marchese pazzo dell’acqua”. Era convinto che nei pressi del Monte Solaro ci fosse una sorgente d’acqua e tra l’incredulità e lo scetticismo dei più riuscì a dimostrarne l’esistenza. Tant’è che io feci da chierichetto al primo battesimo celebrato con acqua caprese».

I ricordi di De Mistura danno vita a una memoria viva e mai nostalgica «Capri in fondo non è mai cambiata, continua ad essere fatta da persone che lavorano durissimo d’estate e che solo in inverno riescono a vivere la propria terra. Una terra meravigliosa dove arriva il mondo intero. Bisognerebbe prendere maggiore consapevolezza di questo potenziale e sono convinto che Villa San Michele possa facilitare il dialogo internazionale. È così che vivo questo nuovo incarico», sottolinea de Mistura. «Come un ritorno alle origini in un luogo che mi ha donato incommensurabili momenti di gioia, mi ha segnato, rappresentando una sorta di imprinting, educandomi alla bellezza e al rispetto per la natura».

Alcune delle bellezze immutabili di Capri sono proprio in questa Villa: la Sfinge che guarda l’orizzonte, il giardino considerato tra i dieci più belli d’Italia. «Vorrei che tutti, in primo luogo i capresi, comprendessero il valore di questo posto. Accettare l’incarico di essere sovrintendente e console a Capri è stata una scelta che ha lasciato sorpresi alcuni colleghi che hanno accolto la notizia con un po’ di stupore misto ad invidia. Ho invitato alcuni di loro a farmi visita in modo che potessero vedere con i loro occhi e comprendere le mie ragioni. La loro risposta è stata immediata e corale, mi hanno detto subito “dacci un buon alibi e ti raggiungeremo anche a nuoto”». Il console sorride e poi osserva: «La fama di Capri va preservata e Villa San Michele è un luogo che racchiude i valori simbolo dell’intera isola. Un luogo dove trarre ispirazione, sollievo fisico e spirituale».

Tanti i suoi progetti per il prossimo futuro, «un futuro in cui i capresi si sentano sempre più coinvolti nelle attività della Villa, con incontri “fuori stagione” e programmazioni di attività scolastiche. Gli abitanti devono sentirsi orgogliosi di usufruire di un simile patrimonio. Le iniziative della Fondazione Capri e quelle della Certosa troveranno in Villa San Michele un interlocutore attento e partecipe. Il mio progetto è di rendere vivo il Museo, come se Axel Munthe fosse ancora qui. Visitare Villa San Michele sarà come entrare in una villa caprese, vivace, colorata, con musica, fiori all’ingresso, un giardino sempre curato». Un progetto in cui de Mistura può contare sul prezioso supporto della moglie Genevieve, arredatrice d’interni, che sicuramente influenzerà le scelte estetiche della Villa.

«Non immagino una Villa isolata, chiusa al turismo d’elite», ribadisce il console. «Il mio desiderio è quello di rendere San Michele aperta al dialogo con il resto del mondo». E in questo senso il vicino Castello Barbarossa, vero e proprio “aeroporto” per gli uccelli migratori, collegamento strategico tra il Sud e il Nord del Mediterraneo, diviene agli occhi del console il simbolo metaforico di un nuovo ponte tra i popoli.

 

 

Una storia che dura nel tempo

Villa San Michele gode di una tradizione centenaria legata al medico e scrittore svedese Axel Munthe che la scelse come sua dimora ed oggi è sede delle istituzioni svedesi a Capri. Il Museo costituisce uno splendido esempio architettonico di villa caprese della finedell’Ottocento, ed esercita da sempre una grande forza di attrazione per i turisti. Oltre alle stanze in cui visse il medico, è possibile ammirare opere che coprono diverse epoche dall’antichità romana, egizia o etrusca fino agli inizi del Novecento. A Munthe, infatti, più che il valore artistico del singolo oggetto interessava il messaggio e i ricordi personali che sapeva evocare. Le provenienze degli oggetti sono varie, a testimonianza degli ampi e ramificati rapporti che Munthe consolidò viaggiando spesso attraverso l’Europa. L’unicità della residenza risiede principalmente nella sua architettura, che sottolinea l’immensità del paesaggio circostante. Il Giardino della villa, nella top ten dei parchi più belli d’Italia, è un luogo di eccellenza per gli amanti della natura. La Fondazione è stata istituita il 16 giugno 1950 con lo scopo di amministrare la proprietà donata allo Stato svedese, si autofinanzia ed offre alloggio ad artisti e studiosi per favorire gli scambi culturali tra Svezia e Italia.

 

 

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