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La dolce Capri

Torta caprese e delizie al limone, sfogliatine e babà. Ma anche pastiere, crostatine e semplici brioches. Ecco tutti gli indirizzi da non perdere per i più golosi

di Luciano Pignataro

 

 

 

 

Dolce Capri, Capri dolce. Vi proponiamo una guida ragionata sull’enorme ricchezza di sapori e di novità che potrete scoprire girando per l’isola, tradizioni che affondano nell’eredità della pasticceria conventuale maturata durante la Repubblica di Amalfi e, soprattutto, con l’influenza napoletana che a sua volta si ispira alla Francia, così come si è formata nel corso dell’Ottocento. Allora pronti? Per cominciare, appena arrivati, prima di farsi rapire dal fascino di una sosta in Piazzetta o dalle tentazioni dello shopping, si può scegliere una fetta di torta caprese o una delizia al limone dallo storico bar-pasticceria da Alberto a via Roma dal 1946, una storia giunta alla terza generazione. La pasticceria di riferimento per molti capresi e anacapresi che vengono da Alberto Federico (stesso nome del nonno fondatore) per i dolci della domenica e delle feste in famiglia. Oltre alla pasticceria classica napoletana e a una svariata scelta di semifreddi, qui sono molto buone le tortine di ricotta e pere o di ricotta e limone, da godersi ai tavolini all’aperto insieme ad un buon tè o caffè. In estate si sfornano per i giovani della dolce vita caprese bombe e brioche 24 ore su 24. Dopo la Piazzetta basta seguire l’invitante profumo di cialda che si sente lungo tutta via Vittorio Emanuele. Proviene dalla pasticceria Buonocore, conosciuta soprattutto per i suoi ottimi gelati. Al banco la signora Ersilia ne prepara di tutti i gusti e tiene testa con grande abilità e simpatia alla fila che si forma davanti all’ingresso. L’affianca una collaboratrice che con l’apposita macchina prepara al momento con la pastella delle ottime cialde che fanno da cono. In vetrina, oltre a pastiere, sfogliate, babà, biscotti e torte rustiche anche interi vassoi di Caprilù, la specilità della casa: morbidi dolcetti di pasta di mandorle e limone inventati proprio da loro. E ancora, tortine al limone, preparate con la ricotta, la caprese al limone, croccantini di nocciole. Qui, ovviamente, il limone non manca mai, è il vero simbolo dell’isola e lo si ritrova in molte preparazioni e ricette dolci. Tra i ristoranti di Capri c’è chi, proprio sotto la storica limonaia ha creato uno dei più suggestivi dehors a pochi metri dal mare: da Paolino. Sotto gli alberi di limoni, accanto a fusti e tronchi intrecciati tra loro per sempre, il figlio di Paolino che oggi gestisce l’attività tra i tavoli illuminati da lampade in maiolica e candele artigianali, ha creato quello che è uno dei buffet dolci più conosciuti dell’isola. Al centro tavola un enorme recipiente di panna fresca per accompagnare la frutta di stagione. Tutt’intorno pasticcini secchi al limone e alle mandorle, capresi, babà con e senza crema, delizie al limone, profiteroles ricoperti di cacao, crostatine di frutta, dolci al cucchiaio. Sempre in tema di tradizione, da Gemma c’è il pizzaiolo Silvio Martorano che da 25 anni oltre alle pizze prepara la torta caprese ma, soprattutto, è famoso per il suo babà, enorme, a forma di ciambellone con piccole decorazioni di crema pasticcera e amarene, con una lievitazione magistrale. Tra i punti di riferimento più recenti per i golosi, invece, c’è la nuova gestione del ristorante Il Riccio – da tre anni fa parte infatti del gruppo del Capri Palace – in una splendida location accanto alla Grotta Azzurra, scanzonato ma elegante al tempo stesso, con i tavoli a strapiombo sul mare. Qui ai dolci hanno addirittura dedicato una sala: “la stanza delle tentazioni”. Arredata con i toni del turchese e dell’azzurro con delle splendide maioliche vietresi, raccoglie tutto il meglio della pasticceria classica napoletana con un pizzico di innovazione nella presentazione. Sull’enorme tavolone centrale troverete vassoi di cupolette capresi e anacapresi, sfogliatine con crema e amarena, dette anche “code di aragosta”, profiteroles al limone e al cioccolato, babà, delizie al limone, crostatine di fragole e una coreografica scelta di dolci al cucchiaio. Il tutto in veste molto moderna e alleggerita. Persino un posto esclusivo come il Quisi dell’hotel Quisisana non rinuncia alla classicità e, soprattutto, agli ingredienti di territorio re-interpretati anche in pasticceria. Ecco, allora nel suo menu dei dessert il babà napoletano con panna e fragoline, il cannolo alla Siciliana, proposto in versione Quisi, un cremoso allo yogurt di bufala con zuppetta di more e agrumi; il tiramisù leggero all’amaretto, una crema leggera al melone, anguria e sorbetto al basilico; il soufflé “liquido” al cioccolato e limone salsa alla vaniglia. Anche qui preparazioni semplici ma molto coreografiche in uno dei posti più chic dell’isola. Per restare nella pasticceria cinque stelle lusso ci spostiamo al ristorante Olivo del Capri Palace, ad Anacapri, dove lo chef Andrea Migliaccio, ischitano di soli trent’anni, ha preso le redini della cucina stellata di Oliver Glowig seguendone l’impostazione ma, allo stesso tempo, trasmettendo ai piatti la sua propria determinazione e il suo amore smisurato per il territorio. Una brigata giovane e motivata e un reparto pasticceria con il giusto equilibrio tra sapori e forme riconoscibili, legate alla tradizione e l’ingrediente esotico aggiunto sempre con parsimonia, solo per garantire slancio e vivacità al piatto. Ed ecco allora la meringata agli agrumi con cioccolato bianco e sorbetto di arancia e zenzero; il goloso cuore di cioccolato caldo con latte di bufala, sablé di pistacchi e gelato al fiordilatte, la dolcezza al caffè con sbriciolato di nocciole e salsa alla liquirizia, il dolce al bicchiere che Andrea ha chiamato “Passione per il pistacchio”, l’immancabile babà proposto qui nella sua forma più classica ma con zabaione, frutti di bosco e rattafia e, infine, una pirotecnica variazione di frutta fresca con mousse al cioccolato bianco e sorbetto al lime e limone. Restando ad Anacapri, lungo la strada che porta alla chiesa barocca di San Michele Arcangelo con la sua pregiata pavimentazione di maioliche settecentesche trovate la più antica pasticceria della zona, della famiglia Ferraro, qui dal 1926. Oggi al banco c’è la signora Franca, in laboratorio il maestro pasticciere Agostino Fulgente, cultore della tradizione, a partire dalla torta caprese sulla quale, ci spiega, non devono mai mancare i Faraglioni di zucchero a velo. Ottimi i cornetti, le brioches e tutti i dolci da prima colazione, durante le feste si preparano panettoni e colombe artigianali. Molto coreografiche le meringhe giganti che si affacciano dalla vetrina. E prima di ripartire, accanto alle barche sulla darsena di Marina Grande in una piccola pasticceria, La Vela, troverete in tanti simpatici cestini di paglia, riposti in una bella credenza, una ricca scelta di pasticceria secca e biscotteria da tè oltre a decine e decine di torte capresi pronte, proprio come voi, ad imbarcarsi.

 

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