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Lo stile Capri

di Valeria Cosini

 

Se è vero che esiste uno stile caprese nell’abbigliamento come negli accessori, nel modo di vivere come in quello di mangiare, è anche vero che questo stile è particolarmente riconoscibile nella raffinata architettura e, in particolare, in quell’alternarsi di piccole case e sontuose ville che rendono la silhouette dell’isola unica al mondo.

Anche a Capri, la storia dell’architettura procede di pari passo con le vicende del passato, in cui ha giocato un ruolo fondamentale la scoperta dell’isola azzurra da parte dei giovani intellettuali europei che la elessero meta imprescindibile del loro Grand Tour, nel XVII secolo. Vi furono poi avventori abituali che scelsero Capri come luogo dove trascorrere la propria vita, o una lunga parte di essa. Affermati uomini di cultura che costruirono le proprie abitazioni partecipando attivamente all’ideazione e alla realizzazione del progetto contribuendo, spesso inconsapevolmente, a creare quello che anni dopo Edwin Cerio avrebbe definito “lo stile Capri”.

Tra Ottocento e Novecento l’isola divenne una meta obbligatoria dei viaggiatori, richiamati sia dalla ricchezza naturalistica sia da quelli che poi divennero i caratteri identificativi dell’architettura tradizionale caprese. Ecco allora che un viaggiatore esperto riconoscerà “lo stile Capri” nell’aggregazione di cubi bianchi estradossati, arricchiti da colonne e pergolati costruiti con pali di castagno; nelle merlature e nelle finestre dalle forme più diverse; nei volumi in cui dominano scale esterne e logge voltate; nel denso e articolato succedersi di elementi della classicità grecoromana legati a citazioni arabo-moresche. Tutto questo ha contribuito a rendere Capri un richiamo internazionale, un luogo in cui la valenza mitica del passato si accosta alle influenze razionaliste che hanno modificato, semplificandolo, il linguaggio architettonico. Fu Tiberio, nel 16 d. C., a iniziare la trasformazione della fisionomia dell’isola costruendo l’imponente villa imperiale affacciata sul golfo di Napoli, oltre alle dodici ville dedicate ad altrettante divinità la più imponente delle quali, Villa Jovis, fu dedicata al padre di tutti gli dei. Dopo di lui sono tanti i nomi di eccentrici intellettuali, pittori e artisti a tutto tondo che hanno eletto Capri come dimora e che hanno contribuito ad alimentare quel paradosso di una realtà periferica e isolata – da un punto di vista geografico e non solo – eppure, da sempre, centro di un dibattito culturale internazionale.

 

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