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Oltre il cancello

Rappresentano il confine tra pubblico e privato. Sono le cancellate delle dimore capresi dove creatività ed esperienza si sono fuse per mano di abili artigiani

di Antonello De Nicola

 

 

 

 

Il tempo passa e nessuno cambia i cancelli. Il mito di Capri è rimasto inciso sui battenti dei portoni e nelle serrature delle case che affacciano lungo i vicoletti isolani. Cancelli forgiati dal fabbro a mo’ di sentinelle, che finiscono per diventare passaggi segreti, segnando il confine tra l’intimità dei residenti e la curiosità del visitatore. Sirene, scimitarre e motivi floreali – in cui spesso riecheggia il motivo di un vaso talismano dal quale fioriscono intrecci di boccioli e foglie sottili – testimoniano il legame profondo tra il ferro e la terra, musa dell’isola azzurra. 
Le inferriate, proiettate sul selciato come giganti, di volta in volta lasciano intravedere lo sguardo di un bambino, la vela di una barca, un albero di limoni o i panni stesi al sole, in un gioco di ombre cinesi da indovinare. 
I cancelli, in perfetta armonia negli ambienti che li ospitano, iniziano ad essere più familiari, descrivendo la personalità del proprietario e la storia dell’abitazione, e disegnando il panorama di una Capri che si sottrae al solito percorso del turista di massa e si concede solo al viaggiatore sentimentale. 
Radici di ferro battuto che sembrano essere l’estremo rimedio per tenere ferma l’isola al passaggio dell’ultima moda, della novità, dell’architetto di grido, dell’ostentazione, ancorando Capri al proprio passato e all’antica vocazione artigianale dell’isola, perché il ferro è soprattutto memoria. 
Ed ecco che i cancelli capresi, per la maggior parte in stile floreale o Liberty, si mimetizzano con la vegetazione fino a sparire nella roccia per lasciare spazio ai capolavori: ricci e volute piegati a forma di spirale; cerchi, ovali e pigne eleganti; rosoni per ingentilire strutture semplici; barre sagomate, pannelli rigati, lisci e martellati per rompere la monotonia di linee troppo austere. Vere e proprie opere d’arte a cielo aperto, su cui sullo sfondo spesso si delinea un ramo fiorito, la colonna caprese, la scalinatella. E la statua dell’imperatore Tiberio rivolta sulla strada che, facendo capolino dietro al cancello, non si stanca mai di invitarci ad entrare.

 

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