foto13

Per mascotte un gatto bianco

Si chiama Matisse e con le sue fusa accoglie gli ospiti di uno dei più antichi hotel dell’isola

di Silvia Baldassarre

 

 

 

 

Era il 12 agosto di tre anni fa quando Matisse arrivò a Capri. No, non il celebre pittore francese, ma il gatto bianco più famoso dell’isola. Già, un gatto, come tanti altri che Capri ha ospitato e ancora oggi ospita tra i Faraglioni e la Piazzetta. Gatti che i più tradizionalisti o superstiziosi, a seconda delle opinioni, pensano essere la reincarnazione di illustri artisti e intellettuali che l’isola l’hanno cantata e ritratta, vissuta e adorata; amata a tal punto, è la credenza popolare, che passati a miglior vita hanno pensato bene di rinascere sotto forma di animale per non abbandonarla più. Sarà così anche per Matisse? Ne è convinto Renato Esposito, il proprietario dell’Hotel Gatto Bianco che rivede nel micio dal candido pelo atteggiamenti e movenze di un celebre giornalista italiano che amò molto Capri. Di più non possiamo dire, ma la storia di Matisse è tanto particolare che si è tentati di credere che questa sia la verità. Ebbe inizio tra i vicoli di Napoli dove fu trovato, gravemente ferito, da una signora nel giardino della propria abitazione. La donna, amante di Capri e delle sue bellezze, lo fece amorevolmente curare e lo regalò al proprietario dell’albergo Gatto Bianco. Approdato sull’isola nessuno sperava in una ripresa cos” prodigiosa. Il pelo tagliato per le cure crebbe più bianco e lucido che mai e l’hotel divenne la sua nuova casa. Oggi, la fama lo precede attraverso il web e da tutto il mondo giungono turisti incuriositi dalla sua storia, regali e lettere a cui Matisse risponde puntualmente. La scelta della nuova casa, ovviamente, non fu un caso. Il simbolo e il nome dell’hotel in cui vive sono infatti dovuti alla felice intuizione dei proprietari che seppero leggere i segni che mandò loro il destino quando, nel limoneto dove fu edificato l’albergo, furono trovati tre gattini bianchi dati alla luce da una mamma dello stesso colore e il notaio che firmò l’atto d’acquisto si chiamava Scannagatti. Ma lo spirito felino aleggia da sempre in via Vittorio Emanuele. È in questa strada che nacque il primo caffé letterario dell’isola, lo storico “Zum Kater Hiddigeigei” cos” chiamato in onore del simpatico e sfaticato gatto – Hiddigeigei appunto – protagonista dell’opera di Victor von Scheffel, Il trombettiere di Sackingen. E Matisse incarna proprio quello spirito, schivo e sornione, dei suoi predecessori aggiungendovi un tocco di snobismo e ricercatezza, maniera e grande ospitalità tipico di Capri e di tutti gli abitanti dell’isola.

Tweet about this on TwitterShare on Google+Share on LinkedInPin on Pinterest
Torna a sommario di Capri review | 29