Su il sipario
Capri ha una lunga tradizione teatrale. Fatta di passione, entusiasmo e tanto impegno
testo e foto di Antonella Maresca
Sono tanti quelli che si chiedono che cosa facciano gli abitanti di Capri durante la stagione invernale. Come se l’inverno congelasse l’isola e i suoi stessi abitanti in una lunga attesa, interrotta soltanto dal caldo sole estivo.
Ad uno sguardo più attento, invece, l’inverno caprese sembra essere un retroscena dove si allestiscono le scenografie, si preparano gli abiti e si susseguono le prove per il grande spettacolo che sarà l’estate. Ma, in realtà, di spettacoli ce ne sono diversi e la loro testimonianza è nascosta in quei luoghi che negli anni si sono prestati al teatro, come la vecchia Sala Marconi, il Teatro l’Isola, la Certosa, la Chiesa di S. Teresa e il recente Eden Paradiso.
Capri ha una lunga tradizione teatrale mantenuta nel tempo dalla passione di quegli attori improvvisati che oggi raccontano con un sorriso l’impegno, la fatica, le prove, i momenti di crisi e le risate perché, come ricorda Paolo Federico, direttore dell’hotel Punta Tragara, «il teatro è un’avventura bellissima».
L’inizio di questa avventura è merito di Salvatore Vuotto e Salvatore Orrico, che agli inizi del Novecento hanno dato vita a questo patrimonio culturale, divertimento dei capresi e dei residenti stranieri dell’epoca. Da quel momento in poi è stato un continuo fermento di attori e nuove compagnie: la Finamore, La bottega della risata, la Filodrammatica Cattolica Caprese e la Filodrammatica Roberto Bracco. Ognuno voleva far parte del grande spettacolo. Le compagnie si scioglievano e si riformavano sempre con crescente entusiasmo, superando ostacoli strutturali, logistici e persino la guerra.
La storia che conduce il teatro caprese fino ad oggi inizia quando un gruppo di ragazzi dell’Istituto commerciale Axel Munthe invitò il professor Costanzo Catuogno a una rappresentazione de La bottega del caffè di Carlo Goldoni. «Notai che alcuni di loro avevano delle buone capacità – ricorda il professore – ma che dietro mancava il pugno fermo di un regista. Allora dissi: ragazzi, vogliamo fare una compagnia teatrale?». Era il 1974 e nasceva Arianis.
I ragazzi decisero di portare in scena per l’Epifania del 1975 Questi fantasmi di Eduardo De Filippo che divenne, da allora, il loro portafortuna.
Sotto la guida di Costanzo Catuogno, la compagnia Arianis riempì con la bravura e la caparbietà degli attori, i teatri tali e presunti dell’isola, animando le serate invernali, divertendo il pubblico e creando una solida attività culturale nel parterre di Capri. Tanti sono stati i riconoscimenti e gli anni passati insieme, e il pubblico, ogni volta, un po’ complice e un po’ ammaliato, torna sempre a vederli, perché l’elemento principale del teatro non sono tanto gli attori che fanno commedia ma quelli che la commedia la guardano. Mario Staiano, tra i ragazzi di quella famosa Bottega del caffè, racconta: «Del teatro mi affascina che ogni sera l’attore può cambiare e può interloquire sentimentalmente con il suo pubblico».
Quegli stessi ragazzi oggi sono degli adulti e per un gioco naturale delle cose ognuno ha intrapreso la propria strada, senza dimenticarsi della passione che ancora oggi, nelle sere d’inverno, li riporta in un bar di Anacapri per dare inizio alle prove.
Il tempo manca a chi non ha voglia di fare le cose, ma non di certo a questi teatranti che trovano sempre il modo per riempire la propria vita con il teatro, anche quando prove non ce ne sono, come ci confermano le parole di Sabina D’Esposito impegnata nella gestione del bar Columbus, che dice «Sai a cosa mi porta il teatro? Mi piace osservare la gente, capire cosa vogliono prima ancora che possano chiederlo. Il bar è una palestra bellissima, un teatro naturale».
Francesco Palumbo, invece, che di mestiere fa il vigile urbano, dopo la partecipazione ad Arianis Junior, ha deciso di dedicarsi alla recitazione studiando al Teatro Elicantropo di Napoli. Non avendo sempre la possibilità di salire su un palcoscenico, decide di far convivere le due cose. «Nel mio lavoro – racconta – mi trovo spesso a dover rimproverare persone più adulte di me, anche se è una cosa che personalmente non farei mai. Così, recito. Fare il vigile per me è una rappresentazione».
Attori, quindi, non professionisti ma, come precisa Paolo Federico, «non per mancanza di capacità», sono semplicemente persone appassionate che hanno deciso che parte della loro vita sarebbe stata fatta di spettacolo. Egli stesso afferma: «Io non mi fermo mai con il teatro, anche d’estate. Diciamo che lo faccio a casa mia…». E per il futuro si augura che Capri possa sviluppare una vera e propria idea di teatro oltre ad avere una struttura dove metterlo in scena. Sembra quasi che qualcuno abbia recepito il suo messaggio, perché da qualche anno a questa parte dalla volontà di alcuni ragazzi è nata una nuova compagnia, Fuori Onda. Grazie a un’idea di Arianna Sicignano, Michele Di Sarno e Luigi Aprea, dal 2012 calcano le scene riscuotendo successo e portando una ventata di novità. Sono giovani, spesso a digiuno di teatro ma ce la mettono tutta creando un genere ibrido tra commedia napoletana, teatro americano e inserendo, da bravi musicisti, anche parti musicate, avvicinandosi al musical. La loro caratteristica? La scommessa, il mettersi in gioco, là dove fare teatro diviene un vero e proprio lavoro tra il recupero dei materiali, il montaggio delle scene, i costumi e le prove. Ma nonostante ciò, la tradizione insegna loro che la passione è motore di ogni cosa. «Pur impegnandoci molto, la nostra magia è che forse non ci prendiamo troppo sul serio, ed è questo che ci rende una squadra vincente», racconta Luigi Aprea fondatore della compagnia. «La bellezza del teatro – dice – è incontrare altri appassionati e leggere nei loro occhi quello che provi tu».
On stage
Capri has a long theatrical tradition, full of passion, enthusiasm and plenty of hard work
text and photos by Antonella Maresca
Many people wonder what the inhabitants of Capri do during the winter season. As if the winter froze the island and its inhabitants in a long wait, interrupted only by the warm summer sun.
But if you look more carefully, you’ll find that the Capri winter is like being backstage at a theatre, with people setting up the scenery, getting the costumes ready and organizing a whole series of rehearsals for the great performance that is the summer. In actual fact, there really are a number of different stage performances taking place, hidden away in places that have been used as theatres over the years, such as the former Marconi Cinema, the Teatro l’Isola (Island Theatre), the Certosa, the church of S. Teresa and the more recent Eden Paradiso.
Capri has a long theatrical tradition that has been maintained over time by the enthusiasm of the amateur actors, and some of them have been talking to me about the hard work, the rehearsals, the moments of crisis and the laughter, because, as Paolo Federico, director of the Punta Tragara hotel, reminds us: “Theatre is a wonderful adventure.”
The start of the adventure owes its success to Salvatore Vuotto and Salvatore Orrico, who initiated this cultural heritage in the early 20th century, as entertainment for the Capri people and foreign visitors of the time.
Since then there has been a continuous ferment of actors and new companies: the Finamore, La bottega della risata, the Filodrammatica Cattolica Caprese and the Filodrammatica Roberto Bracco – everyone wanted to be part of the great show. The companies have broken up and re-formed with ever increasing enthusiasm, overcoming structural and logistic obstacles and even war. The story that takes Capri theatre up to the present day began when a group of young people from the Axel Munthe Commercial Institute invited Professor Costanzo Catuogno to a performance of Carlo Goldoni’s The Coffee Shop. “I noticed that some of them were really talented,” the professor remembers, “but they lacked the firm hand of a director. So I said: ‘Why don’t we set up a theatre company, guys?’” It was 1974 and that was the beginning of A.RI.AN.IS. The youngsters decided to stage These Ghosts by Eduardo De Filippo for the Epiphany celebrations in 1975, and that became their lucky charm.
Under the direction of Costanzo Catuogno, the Arianis company filled theatres on Capri, both actual and makeshift ones, with the flair and tenacity of the actors, livening up the winter evenings, entertaining audiences and creating a solid cultural activity in the Capri parterre. They have won a lot of plaudits and enjoyed many years together, and the audiences always come back to watch, in part as accomplices, in part genuinely spell-bound, because the main thing about theatre is not so much the actors acting in the play but those who are watching it. Mario Staiano, one of the youngsters who took part in that famous production of “The Coffee Shop”, tells me: “What I find fascinating about theatre is that every evening, the actor can be different and can have an emotional dialogue with the audience.”
These youngsters are now adults and, in the natural way of things, they have all gone their own way, but they haven’t forgotten the passion that still takes them into a bar in Anacapri on a winter evening to start rehearsing.
If you don’t want to do something, you’ll always find you don’t have enough time, but that’s certainly not the case with these Thespians who always find a way to fill their life with theatre, even when they aren’t rehearsing, as Sabina D’Esposito, who runs the Columbus bar, confirms: “Do you know what attracts me to the theatre? I like watching people and understanding what they want even before they can ask for it. The bar is a brilliant training: it’s a natural theatre.”
Local policeman Francesco Palumbo, on the other hand, decided to dedicate himself to acting, studying at the Teatro Elicantropo in Naples. Since he doesn’t always have the chance to be on stage, he decided to do both jobs. “In my job, I often find I have to reprimand people who are older than me,” he tells me, “even though it’s something I would never normally do. So I have to act the part. For me, being a policeman is like acting.”
So they’re actors, but not professional actors, although, as Paolo Federico explains, that’s “not for lack of talent”; they are simply people who love acting, and who have decided that part of their life will be devoted to theatre. He himself says: “I never give up theatre, even in summer. Let’s just say I go on doing it at home!” He hopes that in future Capri will be able to develop its own idea of theatre, as well as getting a place to stage it.
It almost seems as if someone heard his message, because a few years ago some young people started up a new company, Fuori Onda. From an idea by Arianna Sicignano, Michele Di Sarno and Luigi Aprea, the company has been treading the boards since 2012, meeting with great success and bringing in a breath of fresh air. They are young and are often without a theatre, but they throw themselves into it, creating a hybrid genre of Neapolitan comedy and American theatre, including pieces of music performed by excellent musicians, so that there’s something of the Musical to it, too. So what is it that makes them special? Their willingness to take a gamble, to have a go, in a situation where creating theatre involves genuine hard work: finding the material, setting up the scenery, arranging the costumes and rehearsing. But despite all this, tradition teaches them that passion is the driving force behind everything. We work really hard, but maybe our magic lies in the fact that we don’t take ourselves too seriously, and that’s what makes us a winning team,” says Luigi Aprea, the founder of the company. “The beauty of theatre is meeting other theatre lovers and seeing in their eyes exactly what you feel.”
Una vita per il teatro
Costanzo Catuogno detto o’ professore, quasi quarant’anni da regista e attore, padre di Arianis e uno sconfinato amore per il teatro «come un colpo di fulmine tra due persone» racconta. Anche se oggi rimane soltanto il presidente onorario della compagnia, lasciando il posto di presidente alla bravissima Isabella Di Stefano, ad ogni rappresentazione lui è lì e il suo tocco si sente. Sbirciando dietro le quinte lo si trova intento ad osservare silenziosamente gli attori, che convulsamente si agitano in attesa dello spettacolo. Possiede quell’aria burbera, propria solo dei maestri, ma con una pazienza infinita, senza parlare, rassicura tutti con una pacca affettuosa sulla spalla e ogni tanto sotto i baffi bianchi si lascia andare a qualche sorriso. È senza dubbio il deus ex machina del teatro a Capri. Senza la sua caparbietà, l’estro e la pazienza, forse, quella bellissima arte che è il teatro non avrebbe avuto voce sull’isola.
A lui si devono quasi tutte le iniziative teatrali da quarant’anni a questa parte e a lui va il merito di aver tenuto insieme e formato un gruppo di attori che pur non essendo professionisti a vederli sembrerebbero tali, perché dietro ogni gruppo ben riuscito c’è una buona guida. Tutti i suoi allievi, infatti, ricordano ancora quando li invitò a raccontare una barzelletta per testarne le capacità teatrali.
«Ricordo un giorno che ero in aula e inavvertitamente con il tacco della scarpa colpii la lamiera del tavolo. Un’idea geniale. Quelli sarebbero stati i tuoni per la prima di Questi fantasmi» racconta il professore nel suo libro, Il teatro a Capri. 100 anni nonostante tutto, che narra la storia del teatro sull’isola. “Nonostante tutto”, perché anche se tante sono state nel tempo le difficoltà, sono sempre state superate con successo. Al professore va anche il merito di aver ricostruito tramite notizie e immagini la storia di una passione, compiendo così un debito di memoria verso tutti gli amanti passati e presenti di quest’arte, sottolineando l’importanza del ricordo, perché senza memoria non vi può essere identità, e l’identità di Capri passa anche dal teatro. | A life of theatre. Costanzo Catuogno, known as o’ professore, a director and actor for almost forty years, and father of the Arianis group, has a boundless love for the theatre: “It’s like when two people fall in love,” he says. Although he’s now just the honorary president of the company, leaving the post of director to the excellent Isabella Di Stefano, he’s still there at every performance and you can see his touch. If you take a look behind the scenes you’ll find him watching the actors intently and silently, as they wait for the performance to start, trembling with nerves. He has that crustiness that all great artists have, but also an infinite patience: without speaking, he reassures everyone with an affectionate pat on the shoulders and every so often he lets a smile escape from under his white moustache. There is no doubt that he is the deus ex machina of theatre on Capri. Without his dogged persistence, creative flair and patience, the beautiful art of the theatre wouldn’t have had a voice on the island.
He was responsible for nearly all the theatrical initiatives for the last forty years in this part of the world and the guiding force that formed and kept this group of actors together; they may not be professionals, but they certainly seem so, and the credit is due to him, because behind every successful group there is a good leader. All his pupils still remember being asked to tell a joke in order to test their theatrical skills.
“I remember once I was in the hall, and by mistake I caught the metal table with the heel of my shoe. What a good idea! That could be the sound of thunder on the first night of These Ghosts,” the professor recounts in his book, Il teatro a Capri. 100 anni nonostante tutto (Theatre on Capri. 100 years in spite of everything), which tells the story of theatre on the island. “In spite of everything”, because there have been plenty of problems, but they’ve always managed to overcome them.” The professor can also take credit for having reconstructed the history of a passion, through information and images, discharging a debt of memory to all theatre lovers, past and present, and underlining the importance of memory, because without memory there can be no identity, and the identity of Capri is also transmitted through theatre.
Teatro per un’estate
Capri d’estate diventa un palcoscenico a cielo aperto, un luogo dove vivere emozioni e farsi guidare alla scoperta dei suoi territori ricchi di storia e di fascino. Ce n’è per tutti i gusti: monologhi, rivisitazioni storiche, passeggiate teatralizzate.
Il cartellone “Metti un’estate in scena” a cura di Kaire Arte Capri propone, tra gli altri, Il poeta volante, un intenso monologo interpretato da Pietro Pignatelli. Racconta la storia del poeta Lauro De Bosis che la sera del 3 ottobre 1931, a bordo di un piccolo aereo, lancia sopra Roma quattrocentomila volantini in difesa della libertà di espressione e di stampa pur sapendo di andare incontro a morte sicura. La messa in scena del volo di De Bosis parla di libertà e pone il tema dell’impegno civile come base necessaria per una convivenza democratica, che ciascuno con i propri mezzi può contribuire a rendere migliore (19 agosto. Terrazza Villa San Michele).
C’è poi da segnalare Son tutte belle le mamme del mondo? del drammaturgo Manlio Santanelli. Scritto per due attrici, vede protagonista la poliedrica Gea Martire che concentra su di sé i due ruoli delle madri partenopee, molto diverse tra loro, talvolta speculari, ma ambedue devote appassionate allo stesso santo, San Gennaro (22 agosto, Cappella di Villa San Michele).
È interpretato e diretto da un talentuoso Roberto Giordano Napoletani di… versi, un recital sulla lingua napoletana attraverso la poesia e la prosa di Eduardo, Di Giacomo, Viviani, Bovio, De Curtis. Poeti che hanno celebrato Napoli e che Giordano porta sul palco tra una poesia e una canzone, tra un monologo e una lezione di antropologia (29 agosto, Sala Mario Cacace).
Il cartellone completo della rassegna si trova su kaireartecapri.it. Per scoprire in maniera diversa alcuni dei luoghi simbolo dell’isola ed immergersi nella storia caprese ci sono le performace teatrali e gli itinerari teatralizzati ideati da Nesea (info: neseacapri.it).
Si parte il 18 luglio con Una strada, mille storie (ritrovo piazzetta Quisisana) dove via Tragara farà da scenario a un percorso teatrale che condurrà attraverso le dimore di letterati e artisti che la abitarono e la resero cenacolo di cultura e laboratorio di idee.
Alla suggestiva luce delle torce e della luna, e costellata da interventi musicali, si svolge la visita teatralizzata There is no death ambientata nel cimitero acattolico di Capri, che sarà l’occasione per conoscere le vite e le passioni di francesi, inglesi, russi, tedeschi e americani che, arrivati a Capri per qualche giorno, vi rimasero per tutta la vita (19 settembre).
Narra invece l’arrivo a Capri di Francesco I di Borbone, re di Napoli e delle Due Sicilie, lo spettacolo ‘O Re tratto da un racconto di Giuseppe Aprea. In scena negli spazi del Centro Caprense Ignazio Cerio l’episodio verrà fatto rivivere attraverso le voci di due personaggi protagonisti della preparazione dell’isola all’evento, il Sindaco di allora Don Giuseppe Feola e un popolano (25 ottobre).
A theatre for the summer
In summer, Capri becomes an open air stage, a place to experience emotions and allow yourself to be guided in exploring its territory, so rich in history and full of fascination. There’s something for everyone: monologues, historical reinterpretations and dramatized walks. Among the items on the programme for the “Staging a summer” event, organized by Kaire Arte Capri, is Il poeta volante (The flying poet), an intense monologue performed by Pietro Pignatelli. It tells the story of poet Lauro De Bosis who, on the evening of 3 October 1931, flew a small aeroplane over Rome and dropped four hundred leaflets in defence of freedom of expression and the press, even though he knew it would lead to certain death. The theatrical staging of De Bosis’s flight speaks of liberty and sets civil responsibility as the necessary foundation for living together in a democracy that everyone can help to improve in their own way (19 August. Villa San Michele Terrace). Then there’s Son tutte belle le mamme del mondo? (Are all the mums in the world beautiful?) by playwright Manlio Santanelli. Written for two actresses, it stars the versatile Gea Martire who takes on herself the two roles of the Neapolitan mothers, both different from each other, sometimes mirroring each other, but both passionate devotees of the same saint, San Gennaro (22 August, Villa San Michele Chapel).
Performed and directed by the supremely talented Roberto Giordano, Napoletani di… versi, is a recital in the Neapolitan language of poetry and prose by Eduardo, Di Giacomo, Viviani, Bovio and De Curtis. All are poets who celebrated Naples, and Giordano brings them to the stage in a poem or a song, a monologue or an anthropology lesson (29 August, Sala Mario Cacace). The complete programme of events can be found at www.kaireartecapri.it.
To discover some of the symbolic places of the island in a different way and to take a trip back into Capri history, Nesea has come up with some theatrical performances and dramatized itineraries (info www.neseacapri.it). It starts on 18 July with One street, a thousand stories (Piazzetta Quisisana) with Via Tragara providing the backdrop for a theatrical itinerary through the homes of the writers and artists who lived there and who made it a salon for culture and a workshop for ideas. Il bacio di Narciso. Jacques Fersen a Capri (The kiss of Narcissus. Jacques Fersen on Capri (29 August, Villa Lysis) will take spectators through the splendid rooms of Villa Lysis to get to know or rediscover the fascination and mysteries concealed within Count Fersen’s residence. There is no death, a dramatized visit interspersed with pieces of music, takes place in the atmospheric light of flaming torches and the moon, in the setting of Capri’s Non-Catholic cemetery; it offers the opportunity to find out about the lives and passions of French, British, Russian, German and American visitors who came to Capri for a few days and ended up spending the rest of their lives there (19 September). Meanwhile, the play ‘O Re, from a story by Giuseppe Aprea, tells of the arrival on Capri of Francis I of Bourbon, King of Naples and the Two Sicilies. The event will be brought to life on stage at the Centro Caprense Ignazio Cerio, through the voices of two of the key figures involved in preparing the island for the event: the Mayor at the time, Don Giuseppe Feola, and an ordinary townsman (25 October).
Un’intervista impossibile
Segreti, passioni, lavoro. La vita di Leonardo da Vinci va in scena a Capri (21 luglio – Grotta di Matermania) nell’ambito del cartellone di eventi organizzati per l’estate dall’assessorato alla Cultura della Città di Capri. Scritto e interpretato da Massimiliano Finazzer Flory, Cosa non sappiamo di Leonardo si articola attraverso il format dell’intervista impossibile e racconta, attraverso una lunga serie di domande, tutte le sfaccettature della personalità del genio di Vinci. | An impossible interview. Secrets, passions, work. The life of Leonardo da Vinci is to be staged on Capri (21 July – Grotta di Matermania) as part of the programme of events organized for the summer by the City of Capri’s Department of Culture. Written and performed by Massimiliano Finazzer Flory, What we don’t know about Leonardo (Cosa non sappiamo di Leonardo) is organized in the format of an impossible interview, revealing, through a long series of questions, the many different facets of the personality of this genius.