02Una nomade al chiaro di luna

Caffé in Piazzetta e aperitivo al Quisisana. Sono le tappe capresi di una regina del jet set

di Antonia Matarrese

 

 

 

 

 

Certi angoli di Capri? Mi ricordano la medina ovvero la tradizionale città araba. Il bianco accecante, il turchese smaltato. Sono nata a Medenine, non lontano dall’isola di Djerba, antico crocevia per le carovane dei mercanti e oggi piena di negozi con souvenir per turisti, ricavati nelle tipiche ghorfa, ex granai fortificati. Freschissime anche d’estate». Afef Jnifen, tunisina ma cittadina italiana dal 1992, modella, conduttrice tv, neo-testimonial de L’Oreal, complice una criniera riccia e indomita come il suo carattere, bazzica Capri da molti anni ma, sottolinea «non mi sono mai fermata sull’isola per più di quattro giorni». Turismo “mordi e fuggi”? Macchè. Per una regina del jet set come lei, in jeans, camicia bianca e ballerine nere d’ordinanza di giorno, in abiti sontuosi e raffinati sui red carpet del Festival di Cannes la sera, l’isola di Tiberio rappresenta una delle tante destinazioni da raggiungere per una fuga romantica, una festa di compleanno (e gli amici si chiamano Montezemolo, Della Valle, Abete, Caravita di Sirignano), una passeggiata in via Camerelle. E vuoi mettere, poi, lo struggimento del panorama che si gode dalla prua del Kauris, lo yacht a vela di 32 metri, di proprietà del marito, Marco Tronchetti Provera? Un vero e proprio hotel galleggiante. E infatti, la signora, non ha dimestichezza con le suite capresi: «Degli alberghi conosco solo il Quisisana, dove ho soggiornato e dove scendo spesso per l’aperitivo», racconta. «Per il resto del tempo, restiamo ormeggiati a Marina Grande o navighiamo a vista. La mia natura è nomade: in Italia sono arrivata nell’89 ma vivevo a Parigi e facevo la pendolare. D’estate, ho frequentato la Sardegna, soprattutto Porto Rotondo, la costa toscana, a Cala Galera, quindi Portofino. L’acqua è per me fonte di energia: sono cresciuta in Libano, a Parigi passeggiavo sul lungo Senna, a Milano vado sui Navigli, A Portofino guido un gommone Pirelli PZero 420. Certo, il mare di Capri è un’altra storia. Nuoto, prendo il sole e mi godo l’impagabile silenzio e l’indipendenza che solo una barca a vela sa regalarti. Meglio se fuori stagione. E al chiaro di luna». Ma, medina in salsa caprese a parte, mai un’escursione sul Monte Solaro, una puntatina alla Casa Rossa di Curzio Malaparte, un po’ di jogging in direzione faro? «No, mi dispiace. Di Capri adoro i taxi, il caffè in Piazzetta, i sandali rasoterra del negozio Da Costanzo: l’ultima volta ne ho comprate due paia, infradito, viola e dorati. Un’alternativa estiva alle ballerine». E la torta al cioccolato? «Non fa per me. Preferisco una cucina leggera e ho cenato spesso al ristorante Da Paolino: pesce, frutti di mare, pasta, pizza. Mai latticini o dolci troppo elaborati». Il dopocena caprese della signora Tronchetti Provera è decisamente più trasgressivo: «Una tappa obbligata è la taverna Anema e Core di Guido Lembo, persona deliziosa e sorridente che mi ha fatto amare le canzoni napoletane: mi piacciono da morire ma non le so cantare. Vado dietro ai cori che riempiono di allegria il locale. Forse sono più brava come ballerina o suonatrice di tamburello». Nella top ten delle melodie partenopee di Afef Jnifen svetta Cumm’è di Roberto Murolo, portata al successo da Mia Martini. Seguono classici come Funiculì Funiculà, che la signora prova a canticchiare, Reginella, Torna a Surriento, O Sarracino. «Trovo molte assonanze fra la musica napoletana e quella araba, tunisina. Del resto, siamo tutti affacciati sul Mediterraneo», sottolinea. Mai avuta la tentazione di comprare casa a Capri, come hanno fatto i vostri amici Diego Della Valle, che sverna a Torre Materita di Anacapri o Luca Cordero di Montezemolo? «Il problema è che Capri è scomoda da raggiungere per chi vive a Milano. La riviera ligure è decisamente più a portata di mano. Ma mai dire mai».

 

Tweet about this on TwitterShare on Google+Share on LinkedInPin on Pinterest
Torna a sommario di Capri review | 28