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15 domande a…

Adriana Di Fiore

intervista di Rossella Funghi

 

 

 

 

 

Che cos’è la moda per lei?

È una cosa piena di sfaccettature e in continua trasformazione che ho visto cambiare profondamente nel corso della mia vita. Quando è nata La Parisienne esisteva un tipo di moda che nasceva insieme alle clienti. Oggi, in un certo senso, la moda è un’imposizione e siamo tutti un po’ costretti a scegliere quello che il mercato propone.

Esiste uno stile Capri?

Certo che esiste ed è quello che proponiamo nella nostra boutique: intramontabili Capri pants, comode maglie, giubbini sportivi, tuniche e kaftani.

Qual è il suo luogo del cuore su quest’isola?

La terrazza di Tragara. Ho sempre amato andarci e ammirare la splendida maestà dei Faraglioni con i voli dei gabbiani. Quando abitavo a villa Mariuccia non passava giorno che non andassi a salutare quei magnifici scogli.

E che cosa invece cambierebbe?

Capri è un’isola piccola e avrebbe bisogno di una regolamentazione dei flussi turistici. Tutti hanno il diritto di ammirare questa meraviglia, ma come quando si va a visitare una mostra non si entra tutti insieme anche per Capri si dovrebbe escogitare qualcosa.

Di che cosa è particolarmente fiera?

Di essere riuscita a portare l’azienda fondata da mia madre attraverso la guerra, il dopoguerra, le crisi economiche e di avere oggi al mio fianco le mie figlie. Dopo 105 anni siamo ancora qui. Spero che i nipoti continueranno questo viaggio.

Il suo più grande fallimento?

Non penso ci siano stati fallimenti.

C’è qualcosa che avrebbe voluto fare e non ha mai fatto?

Cosa potevo fare di più di quello che ho fatto?

E un luogo dove non è mai stata e dove vorrebbe andare?

Ho visitato tutti i paesi che sono caldi in inverno, non conosco invece alcuni posti con le nostre stesse stagioni. La Grecia ad esempio. Mi piacerebbe molto andare a conoscere i luoghi della cultura ellenistica. Oppure andare a scoprire il grande Nord e le sue capitali, Copenhagen, Oslo, Stoccolma e Helsinki. Ma non è detta l’ultima parola…

Il primo pensiero appena sveglia?

Uscire in giardino e fare suonare le campane tubolari. Poi la cyclette, un’ora tutte le mattine, dalle sei alle sette.

E l’ultimo prima di addormentarsi?

Di solito la sera prima di addormentarmi guardo la televisione e piano piano mi addormento senza neanche accorgermene. E la mattina dopo magari chiedo come è andato a finire l’episodio di Montalbano.

Il vero lusso è?

Avere tempo. Per guardare un’alba o ammirare un tramonto. Il sole che scende sulla montagna di Anacapri è un momento magico. È importante riuscire a non farsi sopraffare dal lavoro e ritagliarsi dei momenti privati.

Tre tappe fondamentali della sua vita.

L’apertura del laboratorio sartoriale nel 1969. Poi, l’aver portato il marchio Adrian’s Capri al Pitti di Firenze, ci siamo andati per ben dieci anni. E infine essere ricevuta da Papa Giovanni Paolo II con tutta l’azienda in occasione dell’Anno Santo del 1983. Sentire chiamare il nome della Adrian’s Capri in San Pietro è stata una delle emozioni più grandi della mia vita.

La sua casa brucia cosa salva?

Le mie fotografie, i ricordi di una vita.

Che cosa è la vita?

Ricuccio, un mio vicino di casa, diceva ” è un’affacciata di finestra”. Aveva proprio ragione, è una cosa che passa e uno neanche se ne accorge.

Come immagina il Paradiso?

Come un giardino, un giardino fiorito. Un po’ come quest’isola. Perché Capri è decisamente un paradiso.

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